“Dionysus, il Dio nato due volte”: la recensione
Last Updated on 10/04/2019
“Molte sono le forme delle cose divine, molte cose inaspettatamente conducono ad effetto gli dei; e ciò che si attende non si realizza, ma degli eventi imprevisti il dio trova la via”
IMPORTANZA DELL’ESSENZA UMANA – Una metropoli moderna, quella in cui viene catapultata la vicenda di Dionysus il Dio nato due volte, al Teatro Vascello, per la regia di Daniele Salvo. Il tentativo non è quello di mettere in scena un dramma il cui fine è la rappresentazione estetica e stilistica dell’opera, ma un modo per esorcizzare una modernità che fa soccombere quel senso spirituale della vita, causato dalla manipolazione giornaliera mediatica. In questo agglomerato di immagini crude e atti violenti che lobotomizzano il pensiero quasi a farci accostare ad essi la parola “normale”, Dionysus ci ricorda l’importanza dell’essenza umana.
Dionysus, sottobosco della coscienza
La messa in scena, parte da una ricerca , quella vocale ; il ritrovamento di una espressività sonora ancestrale che riguarda suoni e modi insiti nel primordio umano “partendo da Euripide e ritornando ad Euripide”, per citare un tratto delle note di regia. Non vi sono ricerche arzigogolate di significati nascosti, né tentativi di dare una propria spiegazione della vicenda narrata discostandosi dal testo.
Il Dio dell’estasi e della liberazione dei sensi apre la vicenda con il suo prologo , che mette in luce quel flusso vitale che pervade tutto lo spettacolo, in un’orgia frenetica di emozioni e istinti nascosti da una quotidianità, che fa soccombere lentamente il sottobosco ancestrale della coscienza singola. Questa coscienza, capace di emergere solo in fase di stordimento, è una parte originaria che non deve morire, insopprimibile, ma pronta ad esplodere nella violenza più alta se ne viene negata l’esistenza.
Sollecitare l’uomo
I quadri scenici si sviluppano in una visione quasi cinematografica, in cui l’arco di tempo descrittivo dei momenti evocati, ci regala chiarissime le dinamiche interiori dei personaggi, in un dramma portato avanti da stati emotivi ad alte temperature, fisicalizzati non per l’estetica del gesto, ma per una reale motivazione del modus operandi dei personaggi. Questo Dio nato due volte si accosta alla drammaturgia euripidea, riportandone alla luce i contrasti tra sacro e profano ove i significati delle due parti si fondono per sollecitare l’uomo a non confondere l’importanza delle cose proprie. Al divino il divino, all’umano l’umano. Queste divinità che forse mancano alla modernità si manifestano inaspettatamente, crudelmente, per ricordaci i limiti che da tempo abbiamo valicato erroneamente, guidati dall’affermazione del proprio io. “[Così è finita questa vicenda]”.
INFO – “Dionysus, il Dio nato due volte”, da Le Baccanti di Euripide. Regia Daniele Salvo. Dal 4 al 13 Marzo, Teatro Vascello. Con Daniele Salvo, Manuela Kustermann, Paolo Bessegato, Paolo Lorimer. Con Ivan Alovisio, Simone Ciampi, Melania Giglio, Elena Aimone, Giulia Galiani, Annamaria Ghirardelli, Melania Giglio, Elena Polic Greco, Francesca Mària, Silvia Pietta, Alessandra Salamida. Scene Michele Ciacciofera, costumi e maschere Daniele Gelsi. Musiche Marco Podda. Light designer Valerio Geroldi. Riproduzione anatomica Crea Fx effetti speciali di trucco, videoproiezioni Aqua-micans group, assistente alla regia Alessandro Gorgoni.
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Siciliana, anno 1984 . Ho sempre fatto qualcosa inerente l’arte. Danza fino a 20 anni per poi innamorarmi del canto e della recitazione. Ho frequentato l’istituto d’arte della mia città, diventando decoratrice pittorica. Mi specializzo nelle arti performative frequentando una scuola di musical, un’accademia di recitazione. Infine conseguo la laurea alla Sapienza, sempre in teatro. Attualmente sono un’attrice, cantante e regista teatrale; ma non si sa mai! Non si smette mai di imparare, mai.
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