Last Updated on 06/04/2024

“Il senso della moda. Forme e significati dell’abbigliamento” è un testo scritto da Roland Barthes, tradotto in italiano da Lidia Lonzi e Renzo Guidieri e pubblicato da Einaudi (Torino) nel 2006 a cura di Gianfranco Marrone

“Il senso della moda. Forme e significati dell’abbigliamento” è un testo scritto da Roland Barthes, tradotto in italiano da Lidia Lonzi e Renzo Guidieri e pubblicato da Einaudi (Torino) nel 2006 a cura di Gianfranco Marrone.

Roland Barthes (1915-1980) è stato un noto linguista e semiologo. La semiotica, disciplina forse sconosciuta ai più, si occupa di studiare i segni e i loro significati all’interno di un sistema di comunicazione. Un esempio semplice? Un “segno” è un elemento tangibile, come una parola, “gatto”. Un “significato” è il concetto o l’idea associata al segno, in questo caso l’animale a quattro zampe che miagola, ecc.

Questo tipo di ragionamento può essere applicato anche alla moda. I capi d’abbigliamento, infatti, sono dei “segni” che trasmettono dei “significati” e, in questo senso, la moda è un vero e proprio linguaggio.   

La moda come linguaggio

Roland Barthes, ne “Il senso della moda”, sostiene che l’abbigliamento non sia semplicemente una questione di funzionalità o estetica, ma un linguaggio complesso che comunica messaggi culturali, sociali e personali. Ogni indumento è carico di significati, che possono variare a seconda del contesto e dell’interpretazione dell’osservatore. Ogni scelta di stile diventa un segno da decodificare, un’espressione di identità individuale o di appartenenza a un gruppo sociale.

“Il vestito riguarda tutta la persona, tutto il corpo, tutti i rapporti dell’uomo con il suo corpo, così come i rapporti dell’uomo con la società” scrive Barthes.

Inoltre, Barthes si sofferma sul concetto di “linguaggio della moda”, una serie di convenzioni e simboli condivisi che consentono agli individui di comunicare attraverso i loro abiti senza dover pronunciare una parola. Continuando a citare l’autore: “La moda è un linguaggio: attraverso essa, la nostra società mostra, comunica il proprio essere, dice ciò che pensa del mondo”.

Moda, potere e ciclicità

Uno degli aspetti più affascinanti del lavoro di Barthes è la sua analisi del potere nella moda. L’autore suggerisce che le riviste di moda esercitino un’influenza significativa sulla società, plasmando le tendenze e determinando ciò che viene considerato “di moda”. E lo fanno andando a stabilire arbitrariamente delle relazioni tra un concetto e una forma, ad esempio: “Quest’anno – concetto – è di moda il blu – forma”.

Questo potere non è limitato alla sfera economica, ma si estende anche alla sfera culturale e politica, con i vestiti che diventano strumenti di espressione e di controllo sociale.

E, a proposito di ciò che “va di moda”, un altro aspetto molto importante sottolineato da Barthes è la ciclicità della moda. L’autore afferma infatti che la moda è un sistema composto sempre dagli stessi elementi (proprio come la grammatica) e, con cicli regolari, tali elementi vengono riproposti nel tempo. Sostiene che, a memoria umana, la moda può sembrare imprevedibile. Se invece si allarga la scala di osservazione temporale, si noterà la regolarità della moda.

Un libro per approfondire il significato dell’abbigliamento

“Il senso della moda” di Roland Barthes rimane un testo fondamentale per chiunque sia interessato a comprendere il ruolo complesso e multiforme che l’abbigliamento gioca nella nostra vita quotidiana.

Attraverso la lente della semiotica, Barthes ci invita a esplorare il mondo della moda non solo come un’industria commerciale, ma come un terreno fertile per l’analisi culturale e sociale.

Le sue riflessioni ci spingono a considerare la moda non solo come un’esperienza estetica (e né tantomeno come un qualcosa di frivolo e superficiale, come molti potrebbero pensare!), ma come un linguaggio a sé, ricco di significati e interpretazioni.

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Michela Formicone

Classe 1996, nata e cresciuta a Roma. Laureata in Psicologia della Comunicazione e del Marketing all’Università Sapienza. Il suo lavoro nella comunicazione è iniziato appena compiuti 18 anni, nel settore degli eventi e delle promozioni, e continua oggi nel mondo del marketing digitale, come libera professionista. Scrive sul suo blog “La Stanza di Michela” e collabora con diverse testate online parlando dei temi che più ama quali moda, psicologia, viaggi, lifestyle, film e serie TV.