Le meraviglie di Roma – Campo de’ Fiori, la piazza delle esecuzioni
Al centro della piazza di Campo de‘ Fiori si erge la statua ottocentesca del filosofo Giordano Bruno, qui messo al rogo nel 1600 perché considerato un eretico

Tra i luoghi più pittoreschi di Roma, unica piazza monumentale del centro città che non ospita una chiesa, Campo de’ Fiori si trova a metà strada fra piazza Navona e piazza Farnese e rappresenta lo scenario tipico della vecchia Roma.
Dove si trova e le origini della piazza
Campo de’ Fiori è una piazza di Roma, tra via dei Giubbonari e piazza della Cancelleria, ai confini dei rioni Parione e Regola. Il colorato mercato che anima la piazza è uno dei più caratteristici della città. Ivi trasferito da piazza Navona nel 1869, deve il suo nome a un meraviglioso campo fiorito in cui fino al ‘400 pascolavano gli animali.
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La statua di Giordano Bruno
Il mercato mantiene i banchi di legno e gli ombrelloni che riparano la merce da ogni clima. Nel 1440 la piazza fu lastricata e sorsero attorno ad essa numerose locande e alberghi per i pellegrini. Questo rende l’immagine quasi immutata rispetto alle foto di Alinari dell’800. Al centro della piazza si erge la statua ottocentesca del filosofo Giordano Bruno, qui messo al rogo nel 1600 perché considerato un eretico.
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La piazza delle esecuzioni capitali
In Campo de’ Fiori, infatti, avevano luogo le esecuzioni capitali e le punizioni con tratti di corda. Giovedì 17 febbraio 1600 vi fu arso vivo il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno, accusato di eresia. Nel 1876 si costituì un comitato di studenti universitari, ferventi repubblicani, allo scopo di promuovere in ricordo del filosofo nolano la realizzazione di un monumento bronzeo sul luogo stesso del rogo.
Dal 1869 la piazza è sede di un vivace e pittoresco mercato, la cui atmosfera popolare è ben resa dal noto film Campo de’ fiori del 1943, con Anna Magnani e Aldo Fabrizi.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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