Brividi tra le montagne – Curon, la nuova serie italiana di Netflix
Last Updated on 11/06/2020
Esce oggi su Netflix la serie italiana Curon, un horror-mistery macchiato di teen-drama ambientato nell’omonima cittadina in Val Venosta.

Una misteriosa morte, un ricordo sbiadito, una cittadina apparentemente tranquilla che cela segreti inquietanti; un villaggio sommerso, degli strani blackout e un campanile che sembra irradiare una strana energia. Tutto questo è Curon, la nuova misteriosa serie italiana disponibile da oggi su Netflix.
La storia
Anna è in fuga da un marito probabilmente violento, insieme ai figli adolescenti Daria e Mauro. Non avendo altro posto dove andare, torna nella sua città natale, Curon, dove, in una notte di 17 anni prima, aveva assistito alla morte di sua madre ed era stata cacciata da suo padre. I ricordi di quella misteriosa notte sono confusi e Anna spera di fare chiarezza tornando a casa, un grande e labirintico ex albergo. Ma le cose non saranno facili: suo padre non si mostrerà contento di vederla e Daria e Mauro faticheranno ad ambientarsi nella nuova scuola. Inoltre il paese, il lago da cui spunta l’inquietante campanile e l’albergo stesso sembrano celare segreti spaventosi.

Il nostro commento
Finalmente anche in Italia la serialità si diversifica e si allarga ai prodotti di genere. È un segnale incoraggiante, che fa ben sperare per il futuro delle nostre produzioni e per il loro successo all’estero. Curon è infatti pensata per un mercato internazionale, con richiami alle atmosfere di Stranger Things, Dark e Hill House, tutte serie di successo che appartengono anch’esse alla scuderia di Netflix. Il pensiero va ovviamente anche all’Overlook Hotel di Shining e alla ambientazioni della serie francese Les Revenants, con cui ha in comune anche una bella, gelida, fotografia. Insomma, i riferimenti sono molti, e sono alti, e, anche se nel tentativo di “internazionalizzare” il prodotto si rischia di incorrere in qualche stortura, come quella di vedere degli adolescenti italiani comportarsi come teenagers americani (con tanto di pick up), il risultato è molto buono.
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Mio padre è Andrej Tarkovskij, mia madre è Sarah Connor. Onnivora di cinema, ho imparato a memoria IMDB. Vorrei vivere dentro “L’Eglise d’Auvers-sur-Oise” di Van Gogh, essere fotografata da Diane Arbus e scolpita da Canova. Vorrei che Hemingway scrivesse di me, che Hendrix mi dedicasse una canzone e che Renzo Piano mi intitolasse un grattacielo. Per quest’ultimo sono ancora in tempo.
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