Il mistero del museo delle anime del Purgatorio
La costruzione del Museo delle anime del Purgatorio, voluta da Padre Jouet, avvenne in seguito ad un evento miracoloso. Nel corso di un incendio, infatti, apparve ai fedeli l’anima di un defunto, la cui immagine rimase impressa sulla parete. Oggi raccoglie testimonianze dell’esistenza ultraterrena dei defunti e dei loro contatti con i congiunti viventi…

In un locale della sacrestia della bellissima Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, sul lungotevere Prati di Roma, è visitabile il Museo delle anime del Purgatorio, voluto dal missionario francese Victor Jouet. La sua costruzione avvenne in seguito ad un evento miracoloso. Nel corso di un incendio, infatti, apparve ai fedeli l’anima di un defunto, la cui immagine rimase impressa sulla parete.
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Una raccolta di testimonianze dell’esistenza ultraterrena dei defunti e dei loro contatti con i congiunti viventi
Padre Jouet girò l’Europa alla ricerca di testimonianze dell’esistenza ultraterrena dei defunti e dei loro contatti con i congiunti viventi. Raccogliendo impronte, documenti originali o fotografati, segni e manifestazioni. Sorprendenti, tra gli oggetti esposti, un libro di preghiere con delle impronte di dita lasciatevi sopra e delle vesti marchiate a fuoco.
Oggi la collezione conserva solo una parte dell’originale e originaria collezione di documenti vari e reliquie di misteriose tracce dell’aldilà. Per molto altro materiale, infatti, le autorità ecclesiastiche ritennero insufficienti le prove d’autenticità. Tali testimonianze risalgono prevalentemente al XVIII e XIX secolo e furono motivate dalla richiesta di preghiere, messe di suffragio o, in un caso del 1879, dalla preoccupazione di una donna belga per la vita dissoluta condotta dal proprio figlio, riconvertito alla fede proprio dalle continue attestazioni materne di una vita ultraterrena, al punto da fondare un nuovo ordine religioso.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.