Macro: il mistero dei 400mila euro perduti. Enel lascia. Si dimezzano i biglietti: il museo verso la deriva. E il bando?
Last Updated on 07/07/2014
Il MACRO, centro nevralgico dell’arte contemporanea a Roma, ormai nelle mani di nessuno. Il Direttore ad interim Giovanna Alberta Campitelli, il cui mandato è durato quasi un anno, nonostante sarebbe dovuto essere solo di passaggio, lascia il suo posto lasciando una programmazione fino ad aprile 2015.
Rispetto ai dati analizzati da Federculture 2014, il Macro ha avuto un notevole calo di visitatori nel 2013 pari al 52% di biglietti non venduti, sarà stata colpa della nuova giunta comunale? Che fine ha fatto il bando che era stato promesso per dare una speranza a chi crede nell’arte contemporanea, alla cultura e al futuro della Capitale?
Tante, troppe le promesse per placare gli animi, per poi non cambiare nulla. Anzi, c’è qualcuno a cui la situazione ha fatto comodo. Conoscevate l’esistenza di un fondo Zetema del valore di circa 417mila Euro? Questo era destinato alla sopravvivenza del Macro e dei suoi dipendenti. Ma, poco prima di abbandonare la scialuppa, l’amatissima Barca, Assessore alla Cultura, avrebbe deciso di far firmare un contratto (per una posizione sconosciuta) a due persone molto distinte, che prosciugherebbe gran parte di questo fondo. Le motivazioni? Ignote. Nella speranza che arrivi una smentita che saremo ben lieti di pubblicare.
Un museo ha bisogno di fondi, sempre. Nel caso del MACRO, poi, i privati sono fondamentali per poter sopravvivere. Nonostante si vociferasse fino a qualche mese fa che avrebbe portato qualcuno dei loro nel Direttivo e avrebbe sovvenzionato nuove attività, anche Enel ha deciso di abbandonare la nave. E lasciar navigare il museo verso il suo destino apparentemente sempre più prossimo: la chiusura. Definitiva.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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