“L’importanza di chiamarsi Ernesto” al Sala Umberto: la recensione
Last Updated on 09/05/2019
Questa pièce, produzione del Teatro dell’Elfo, sarà in scena sino al 24 febbraio presso il Sala Umberto di Roma.
La differenza di classe, lo stile decisamente pop, una cinica e allegra cattiveria intrisa di un linguaggio che sottolinea e sottintende situazioni variegate, ma che ne capovolge il significato a piacimento. Sono questi gli ingredienti dello spettacolo L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde, per la regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia. Questa pièce, produzione del Teatro dell’Elfo, sarà in scena sino al 24 febbraio presso il Sala Umberto di Roma.

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“L’importanza di chiamarsi Ernesto”, produzione del Teatro dell’Elfo, al Sala Umberto di Roma
Lo spettacolo mette in scena attraverso i divertentissimi ed eccentrici personaggi la divisione tra classi sociali inglesi, tema cardine di romanzi e opere teatrali di fine Ottocento. Sopra le righe, ironica e grottesca, la commedia è una tavolozza variegata di colori e acrobazie verbali sul tema dell’onestà individuale, e di quei principi morali che sono il fondamento di una società bene “Quel che Dio ha diviso l’uomo non cerchi di riunire”.
Il nostro commento
Gli interpreti si destreggiano perfettamente nei ruoli, diventando dei veri e propri funamboli della parola. I personaggi vengono caratterizzati fino all’estremo, anche grazie all’eccentrico charme dei costumi (sempre a cura della regia), che ricordano i cartoon, e le movenze estremizzate della commedia dell’arte. Le scelte musicali e la scena semplice e funzionale incorniciano ad hoc la piecè teatrale. Ai più precisini non sfugge il gioco di parole tra Ernesto e Onesto che viene a mancare nello spettacolo. Poi immediatamente dimenticato grazie all’interpretazione e al tema della verità su cui è incentrato lo spettacolo.
Insomma tutti nella vita hanno detto sì e no una qualche piccola bugia, e nessun uomo può dire di essere sempre stato onesto in toto. L’apparenza spesso ci devia dalla verità e Wilde, proprio di questi tempi, diviene attuale e veritiero. Essere onesti non è solo un gioco di parole, ma un impresa ardua da compiere in una società che come allora mette avanti l’importanza dell’apparenza sopra a ogni cosa.

Ricapitolando…
In scena sino al 24 febbraio 2019 al Teatro Sala Umberto di Roma “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde con Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Giuseppe Lanino, Riccardo Buffonini, Luca Toracca, Cinzia Spanò, Camilla Violante Scheller, Nicola Stravalaci; regia, scene e costumi sono di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia.
Venerdì e sabato ore 21, domenica ore 17. Prezzi: da 26 a 17 euro
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Siciliana, anno 1984 . Ho sempre fatto qualcosa inerente l’arte. Danza fino a 20 anni per poi innamorarmi del canto e della recitazione. Ho frequentato l’istituto d’arte della mia città, diventando decoratrice pittorica. Mi specializzo nelle arti performative frequentando una scuola di musical, un’accademia di recitazione. Infine conseguo la laurea alla Sapienza, sempre in teatro. Attualmente sono un’attrice, cantante e regista teatrale; ma non si sa mai! Non si smette mai di imparare, mai.
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