Spettacolo, nella legge delega approvata l’indennità di discontinuità
Last Updated on 05/05/2022
Le commissioni riunite Cultura e Lavoro del Senato hanno dato il via libera per l’aula al disegno di legge delega sullo Spettacolo. L’emendamento introduce l’indennità di discontinuità, uno degli emendamenti alla legge di delega al Governo…

Le commissioni riunite Cultura e Lavoro del Senato hanno dato il via libera per l’aula al disegno di legge delega sullo Spettacolo. L’emendamento introduce l’indennità di discontinuità, uno degli emendamenti alla legge di delega al Governo. Obiettivo di questa misura è quello di riconoscere la specifica natura “discontinua” delle professioni creative.
L’indennità di discontinuità riconosce i tempi di preparazione, formazione e studio
L’indennità di discontinuità, infatti, riconosce i tempi di preparazione, formazione e studio quali parti integranti dei tempi di lavoro effettivo, perché connaturati e indispensabili per chi svolge un lavoro delle arti performative. E quindi riconosce il tempo fino ad oggi ritenuto di non attività come tempo di lavoro indispensabile.
Per conoscere lo stanziamento a disposizione di questo fondo bisognerà aspettare la prossima legge di bilancio di cui l’indennità farà stabilmente parte dal 2023 in avanti. In quell’occasione, saranno i ministeri di Lavoro e Cultura a quantificare le risorse necessarie. Sarà invece un decreto attuativo a definire le tipologie di lavoratori a cui sarà applicata la misura.
Previsto anche il riconoscimento della professione di agente dello spettacolo dal vivo e e l’istituzione di un tavolo permanente
Nel testo approvato sono presenti anche il riconoscimento della professione di agente dello spettacolo dal vivo e il rafforzamento e l’ampliamento delle funzioni dell’osservatorio dello spettacolo e l’istituzione di un tavolo permanente del settore. Riconosciuti poi giuridicamente i live club, mentre è stata introdotto un vincolo per far sì che si tenga conto dell’equilibrio di genere nella ripartizione dei contributi del Fondo unico per lo spettacolo.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.