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In via Margutta il presepe degli Street Artist

Last Updated on 16/12/2016

Beetroot, Gomez, Lucamaleonte, Moby Dick, M.sgarbi, Omino71, Solo e Daniele Tozzi: sono loro i protagonisti di “Margutta Stazione Urban”, la nuova mostra “urban” del Margutta Veggy Food & Art, voluta  da Tina Vannini e curata da Francesca Barbi Marinetti. Dal barocco al neo pop, dal pop surrealismo al lettering, la mostra sarà visitabile sino al 15 febbraio.

Come per molte stazioni del nostro Paese durante il periodo natalizio, anche la Stazione Margutta avrà quest’anno un Presepe ad accogliere ospiti, curiosi e viandanti. Anzi, “Margutta Stazione Urban” sarà Presepe grazie alle meravigliose opere allestite negli spazi espositivi. Un presepe fortemente contemporaneo ed ispirato ai temi scottanti della quotidianità che mettono in moto coscienza e senso etico. Un tema che si anima di sensibilità attente al contemporaneo e nel recupero dei soggetti sacri, rivisitati laicamente, affrontano questioni calde del nostro affannoso oggi su cui convergono pensiero, coscienza e senso etico collettivo.

Il progetto espositivo, avviato sin dall’inizio in stretta collaborazione con Emergenza Sorrisi, è un progetto di solidarietà finalizzato alla raccolta di fondi per scopi. Le opere saranno battute all’asta in occasione dell’evento di chiusura previsto per il 12 febbraio 2017: parte del ricavato sarà devoluto all’associazione benefica. Andranno all’asta anche i decori natalizi firmati Moby Dick, che ha rivisitato con il suo inconfondibile stile, tra spray e tag, i più comuni simboli natalizi.

Durante l’evento di apertura erano presenti Beetroot, Gomez, Moby Dick, M.sgarbi, Omino71 e Daniele Tozzi. Insieme a tanti amici, giornalisti, influencer e personaggi dello spettacolo, che hanno applaudito alla grande mostra natalizia dedicata al mondo dello street art. Entusiastici i commenti, durante il vernissage, su queste straordinarie e non convenzionali “natività”. Tra i presenti anche i Bardamù, Mita Medici e Maria Rosaria Omaggio, Roberta Beta, Beppe Convertini e Graziano Scarabicchi.

“Il Natale per il Margutta – spiega Tina Vannini, titolare de Il Margutta Veggy Food & Artè sempre stato un momento per coniugare l’Arte alla solidarietà, ma anche per provocare riflessioni e stravolgere i simboli classici più rappresentativi delle festività. Il presepe “urban” incuriosisce, fa riflettere e provoca. Lo fa attraverso 8 segni ben distinti, emozioni diverse, quali, energia, ribellione, utopia, identità, desiderio e voglia di esprimersi nonostante e, anche, contro tutti”.

A spiegare le opere la curatrice Francesca Barbi Marinetti:

Protagonista della notte del 24 dicembre a Betlemme per Gomez è l’attesa. La culla vuota su cui si concentra l’espressione di una giovane palestinese, assorta in un sogno residuo di vita e salvezza. A contrasto la natività di Solo, per il quale i protagonisti sono supereroi. Una provocazione conforme alla sua poetica urban.

 Il presepe diventa surreale e metafisico nell’opera di m.sgarbi. Un quadro forte, se si considera il luogo in cui siamo, dove è raffigurata simbolicamente la storia millenaria di Roma che in quanto capitale del cristianesimo festeggia la nascita di Gesù.

 La sofferenza e il disagio non tocca solo la gente ma l’ambiente e tutte le creature che lo popolano. Condividono uno stesso collo l’asino e il bue di Lucamaleonte, teste unite affacciate nel presepe. Sono invece i grandi animali degli abissi, soprattutto cetacei, a popolare l’universo artistico di Moby Dick. La donna piovra dai molteplici occhi scruta ogni cosa con sguardi diversi, tra cui quello indifferente di Dio.

 Lo stile e la tecnica materica di Beetroot ben si presta a rappresentare la congestione emotiva di curiosità e stupore dei personaggi più umili del presepe al cospetto di Gesù bambino. I Magi giungono con leggerezza ed eleganza per Daniele Tozzi, in punta d’ali come corpi sul vento. Sono tre uccelli migratori realizzati con il lettering prendendo in prestito parole contenute nelle lettere dei migranti ai loro cari.

Non vi è Natale né presepe senza musica. Un coro di angeli hiphop potrebbe funzionare. Se le opere dovessero cantare offrirei la ribalta alla coppia degli angeli di omino71, magari con una guerrilla rap tra le mascherine dei supereroi e le smorfie tag sulle gote d’angelo che fanno il verso a Fiorucci.

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