I Bardamù e Robertico Martinez incantano via Margutta
Last Updated on 09/12/2016
Una grande serata all’insegna della musica per il famoso vegetariano di via Margutta. Un’atmosfera unica, di cultura e di arte, di bellezza e di eleganza, per il secondo appuntamento di “‘Round Midnight”, il Margutta Jazz festival, ideato e organizzato dalla titolare Tina Vannini, con la preziosa collaborazione di Ginasky Wop.
Ad esibirsi sono stati i Bardamu, duo composto da Alfonso Tramontana e Ginaski Wop, giovane ma con alle spalle una storia musicale già lunga. Basti pensare che all’Estero hanno pubblicato quattro dei loro sei album. Un progetto, il loro, nato nel 2014 e che si è concretizzato in un concept album intitolato “Asa Nisi Masa” (Nomination alle Targhe Tenco 2014 nella sezione miglior disco d’esordio). E’ seguito, nel 2015, la pubblicazione dell’album “Le notti bianche”, che riceve la nomination alle Terghe Tenco 2015 nella sezione Miglior disco dell’anno.
Con loro sul palco l’altrettanto bravo Robertico Martinez. E così tra le note d’autore del duo e l’accompagnamento musicale di pianoforte, sax e batteria, il pubblico è stato ipnotizzato. Ad intervistare il gruppo, tra una canzone e un’altra, Max De Tomassi, critico musicale e conduttore dello storico programma “Brasil” di Radio Rai Uno, consulente in Brasile di molti artisti italiani.
Da “La notte a Milano” a “E balleremo l’amore”, un viaggio musicale raffinato e toccante. A contorno della serata anche i cocktail studiati dai barman del Margutta Valerio Calabrò e Gianni Ippolito, ispirati al proibizionismo, e gli sfizi, dolci e salati, del team di cuochi del locale vegetariano. Il prossimo appuntamento, il terzo, si svolgerà il 19 dicembre, con il blues dei Moonshine Blues. Poi gli appuntamenti riprendono nel 2017, il 23 gennaio, con Chiara Padellaro.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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