Hedonism, il corpo e il gioco secondo Ivo Còtani alla Galleria Monti 57
Aprirà il 19 gennaio, presso Galleria Monti 57, la mostra personale “Hedonism” dell’artista Ivo Còtani. Visitabile sino al 31 gennaio, a cura di Federica Fabrizi.

Aprirà il 19 gennaio, ore 17.30, presso Galleria Monti 57, la mostra personale “Hedonism” dell’artista Ivo Còtani. Trattasi di un ciclo di tredici opere inedite tutte dedicate al corpo, al piacere e al gioco. Visitabile sino al 31 gennaio, a cura di Federica Fabrizi.
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Le opere in mostra
La ricerca pittorica di Ivo Còtani va oltre il reale per incontrare una concretezza “onirica”. Tutti i corpi, pur abitando la dimensione del sogno, sembrano fatti in terracotta. I soggetti e alcune tinte metalliche, oro argento e rami, non mancano di provocazione. Emerge spesso l’elemento animale: un gatto che si stiracchia, un cavallo pronto al trotto e uccelli immersi a rami. L’invito gioioso è quello di tornare a giocare e godere dei propri corpi.
“Anche lo stesso processo creativo – spiega Ivo – è stato un momento di gioco, ho disposto le opere orizzontalmente a terra e ho disegnato e dipinto come fanno i bambini sulla sabbia al mare, mi sono sbarazzato del cavalletto”.
Trasparenza come caratteristica: segni immediati e genuini
Osservando questi lavori emerge la gestualità, l’eliminazione della tridimensionalità, l’autonomia pittorica conferita all’immagine e la spontaneità che lo porta a dialogare con un’arte senza artifizi, autentica e pura. Trasparenza come caratteristica: segni immediati e genuini. I contorni sono marcati e le pennellate decise non comunicano armonia, ma forza e energia.
Tutto questo da un grande senso del ritmo, del movimento e del dinamismo. Il segno, il colore e la mano dell’artista si uniscono per dare vita ad opere in cui prevale l’istinto immediato, a volte violento del gesto. Tutto sembra sospeso in una dimensione spazio-temporale lontana dai conflitti e dalle inquietudini della realtà quotidiana.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.