In nome di Maria: la recensione del libro di Aldo Dalla Vecchia sulla carriera di Maria de Filippi
Last Updated on 27/10/2021
Edito da Graphe.it, con la prefazione dello studioso dei media Massimo Scaglioni, “In nome di Maria. L’era defilippica della tivù” è il breve saggio che l’autore televisivo e giornalista Aldo Dalla Vecchia ha dedicato alla figura di Maria De Filippi. L’occasione per ripercorrere la carriera, unica non soltanto in Italia, di una “presentatrice per caso” che è diventata la regina del piccolo schermo, senza se e senza ma.

Edito da Graphe.it, con la prefazione dello studioso dei media Massimo Scaglioni, “In nome di Maria. L’era defilippica della tivù” è il breve saggio che l’autore televisivo e giornalista Aldo Dalla Vecchia ha dedicato alla figura di Maria De Filippi. L’occasione per ripercorrere la carriera, unica non soltanto in Italia, di una “presentatrice per caso” che è diventata la regina del piccolo schermo. Senza se e senza ma.
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Da Amici a C’è posta per te, passando per Uomini e donne
Nella storia quasi settantennale della televisione italiana, Maria De Filippi costituisce un’eccezione e un unicum per una serie di ragioni oggettive. Presentatrice, autrice, produttrice dei propri programmi (e non soltanto quelli); in onda tutti i giorni della settimana nell’intera stagione tivù (e in orari diversi), con una serie di appuntamenti diventati tra i più longevi e amati del palinsesto, da Amici a C’è posta per te, passando per Uomini e donne; sulla cresta dell’onda ininterrottamente da quattro decenni (il suo debutto in video è nel 1992 con il talk Amici, il sabato pomeriggio su Canale 5).
In occasione delle sue prime 60 primavere, e alla vigilia dei 30 anni dal debutto, “In nome di Maria” intende passarne in rassegna la carriera
In occasione delle sue prime 60 primavere, e alla vigilia dei 30 anni dal debutto, “In nome di Maria” intende passarne in rassegna la carriera: dagli inizi in un programma di cui era autrice (la prima edizione di Amici era presentata da Lella Costa), fino all’attuale, inscalfibile status di Queen Mary, alla guida di un regno che non conosce tramonto, come chiarisce il sottotitolo di questo saggio “L’era defilippica della tivù”.
Atipica, iconica, sorprendente, Maria De Filippi negli ultimi trent’anni ha – secondo le sue stesse parole – «vissuto nella scatola» che è la tv, guadagnandosi sul campo la qualifica di conduttrice nel significato più pieno e opponendo alla critica facile la consapevolezza della propria professionalità. I suoi programmi travalicano le generazioni e sono sempre riusciti a parlare a persone di ogni età, incluse quella più difficili da raggiungere, i giovani, oggi prevalentemente orientati alla fruizione di contenuti on demand in rete.
Dalla Vecchia ricostruisce una “mariologia”, una poetica, una fenomenologia mariana
Aldo Dalla Vecchia, attraverso articoli, interviste e notizie di prima mano, organizzati tramite una rigorosa bibliografia, ricostruisce una “mariologia”, una poetica, una fenomenologia (come altri l’hanno chiamata) mariana, dimostrando fra l’altro quanto impegno e intuizione servano per confezionare un prodotto televisivo popolare. Quello raccontato dall’autore è un vero e proprio percorso esperienziale compiuto dalla conduttrice attraverso le sue trasmissioni, dal quale emerge una dialettica tutta mirata all’ascolto e al mettersi allo stesso livello dell’interlocutore, una sorta di maieutica socratica.
Maria De Filippi ha compreso fin dall’inizio della sua avventura che l’intrattenimento non è facile, ma bensì semplice
Maria De Filippi è la più straordinaria costruttrice di intrattenimento che l’industria televisiva nazionale abbia a sua disposizione. MDF (l’acronimo utilizzato nel libro per indicarla) ha compreso fin dall’inizio della sua avventura che l’intrattenimento non è facile, ma bensì semplice. Nel senso che deve arrivare con immediatezza a tutti, dal più giovane al più vecchio, dal più colto al più ignorante. L’intrattenimento è pop perché sa essere trasversale o, per ricordare una fortunata quanto fraintesa espressione di Gramsci, “nazionalpopolare”. Ma perché un prodotto sia semplice c’è bisogno di un enorme lavoro, di grande preparazione, di sensibilità, di leggerezza, di sintonia con lo “spirito del tempo”. MDF è una conoscitrice minuziosa di ogni singolo meccanismo della fabbrica televisiva, la sua popolarità non è frutto del caso o della fortuna, ma è figlia di un’ostinata tensione al perfezionismo.
Il suo apparire, il suo narrare, i suoi gesti sono all’insegna della sottrazione
In una tivù abituata a celebrare ed esaltare l’esibizione, l’opulenza, la ridondanza, MDF si è palesata sin da subito come l’esatto contrario: il suo apparire, il suo narrare, i suoi gesti sono all’insegna della sottrazione, e questo non solo la rende unica, ma è anche un modo tanto inconsueto quanto efficace per sottolineare ed esaltare, per contrasto, il pathos delle singole storie. Perché quelli inventati da MDF sono format televisivi vivi e in continua evoluzione, quasi una sorta di meta-format o di macro-format, che cambiano notevolmente anche a seconda delle indicazioni e degli umori del pubblico.
Negli ultimi anni il mezzo televisivo e più in generale il mondo dei media sono cambiati profondamente e irreversibilmente: si è trasformato il modello di fruizione dei contenuti tivù, non esclusivamente sullo schermo di casa ma anche dai cosiddetti device (cellulari in primis). Assume inoltre un’importanza sempre più strategica il web, dove non solo è possibile fruire di contenuti creati ad hoc come clip e spezzoni di uno stesso programma, ma dove il dibattito su quel contenuto viene acceso, alimentato, spesso portato agli estremi.
Un mondo che travalica i confini dei singoli programmi per riversarsi e ampliarsi attraverso il web
Nei format di MDF il coinvolgimento spettatoriale passa anche attraverso la percezione di appartenere ad un mondo che travalica i confini dei singoli programmi per riversarsi e ampliarsi attraverso il web, sfruttando le possibilità offerte dal nuovo scenario convergente, ma anche attraverso il merchandising e gli eventi live.
Quale sarà quindi il futuro televisivo di MDF secondo Aldo Dalla Vecchia? MDF continuerà ad essere al centro del piccolo schermo ancora per molti – moltissimi – anni. Con i suoi titoli-totem, ma sempre più anche con altri programmi dove lei non compare in prima persona, che però portano la sua firma inconfondibile. Grazie alla sua società di produzione, la Fascino PGT – fondata con il compagno Maurizio Costanzo – un universo creativo dove a capo dei contenuti c’è Sabina Gregoretti, vero e proprio nume tutelare e alter ego di MDF dietro le quinte, indissolubilmente con lei fin dalla seconda metà degli anni Novanta.
Come si rapporterà con le nuove mode televisive, e con quei generi e formati che devono ancora essere inventati? Esattamente come ha fatto con i generi televisivi del presente e del passato, dal talk al people show, dal reality al talent show: MDF ne individuerà le caratteristiche che più le piacciono e sente sue, per farle entrare nel DNA del proprio codice stilistico. Per tutti questi motivi Maria De Filippi è unica e all’orizzonte ancora non si vede nessuno come lei.
Chi è Aldo Dalla Vecchia
Aldo Dalla Vecchia, autore televisivo e giornalista, nasce a Vicenza nel 1968. Abita a Milano con i gatti Achille e Amerigo. Le sue passioni: le canzoni di Mina, giocare a burraco, Simenon, la filodiffusione, il gelato alla pera, le focaccine dell’Esselunga. Vorrebbe passare la vita a scrivere libri e basta, ma al momento non è ancora possibile. In tivù ha firmato Target, Verissimo, Il Bivio, Cristina Parodi Live, The Chef, In Forma. Ha collaborato tra gli altri con Corriere della Sera, Epoca, TV Sorrisi e Canzoni, A e Mistero Magazine.
Ha al suo attivo vari libri. Il primo è il romanzo Rosa Malcontenta (Sei Editrice, 2013), mentre i più recenti sono il romanzo La consapevolezza di te (isenzatregua edizioni) e l’instant book Arturino l’amoroso (in self publishing). Con Graphe.it ha pubblicato due saggi su Mina e Franca Valeri e l’eBook Vasco l’investigacane, che ha inaugurato la collana Flavia, dedicata al giallo con un pizzico di leggerezza.
Scheda del libro
Titolo: In nome di Maria. L’era defilippica della tivù
Autori: Aldo Dalla Vecchia
Editore: Graphe.it
Anno edizione: 2021
Pagine: 88 p.
ISBN: 9788893721455
Prezzo: € 9,00
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Classe 1977, consulente di comunicazione. Vivo fra Roma e l’Umbria. Prima e dopo la laurea sono passato per varie reincarnazioni: sarto, guerrilla marketer, responsabile ufficio stampa nel settore del trasporto aereo, ghost writer. Mi occupo dello sviluppo di progetti editoriali e organizzo festival letterari. Leggo libri, da scrittore sospeso ne scrivo recensioni.