Tratto da una storia vera, le opere dell’artista calabrese Nicola Rotiroti alla Kou Gallery
Alla Kou Gallery, sino al 12 febbraio 2023, la personale di Nicola Rotiroti, Tratto da una storia vera: esposti sette dipinti di grandi dimensioni, quattro a colori e tre in bianco e nero, che richiamano la costante iconografia dell’artista calabrese…

Alla Kou Gallery, sino al 12 febbraio 2023, la personale di Nicola Rotiroti (Catanzaro, 1973), Tratto da una storia vera, a cura di Ludovica Palmieri e Massimo Scaringella. Sono esposti sette dipinti di grandi dimensioni, quattro a colori e tre in bianco e nero, che richiamano la costante iconografia dell’artista calabrese alla ricerca delle proprie radici e di un habitat che lo immerge totalmente nella sua memoria affettiva.
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Le opere in mostra
Dopo Lo Re (2016) e Watercolor (2008), dopo le chiese barocche di Roma e l’acqua del mare, Rotiroti continua a dipingere ambienti compressi, densi di significato, di materia e soprattutto di storia. Ma nel caso di Tratto da una storia vera inserisce un elemento ulteriore, che va ad arricchire il suo linguaggio pittorico: la presenza del vuoto, di forme grigio/bianche sparse qua e là, assenze che si stagliano sulla fitta trama dipinta delle sue tele. Come anche per le sue precedenti produzioni Rotiroti si serve di qualcosa a lui familiare, appartenente alla sua quotidianità di vita, come incipit del suo fare artistico.
Gli elementi dell’incastro, quello fatto di rami ma anche di memoria e ricordi
E così una fascina di rami e legni nel giardino del suo studio gli suggerisce lo stimolo per iniziare il suo nuovo ciclo. Con il suo consueto taglio fotografico che si avvicina e allontana dal soggetto come lo zoom di un obiettivo, e la sua solita nitidezza di dettagli, il pittore rivela gli elementi dell’incastro, quello fatto di rami ma anche di memoria e ricordi. Infatti, la profondità dei dipinti, la resa della loro tridimensionalità da parte di Rotiroti inducono a pensare simultaneamente alla profondità mentale del processo dell’autore. Ma in ogni quadro, nascosta tra le trame del suo gesto artistico, si cela un vuoto, una parte mancante, forse un’uscita dalla compressione del suo linguaggio, da se stesso.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.