Perché quella di San Lorenzo è la notte delle stelle cadenti?
La notte di San Lorenzo, quella del 10 agosto, è famosa per lo sciame meteorico delle Perseidi. Questo fenomeno è popolarmente noto come “stelle cadenti” o poeticamente “lacrime di San Lorenzo”. Anche il poeta Giovanni Pascoli si lasciò ispirare da questa notte magica…

La notte di San Lorenzo, quella del 10 agosto, è famosa per lo sciame meteorico delle Perseidi. Questo fenomeno è popolarmente noto come “stelle cadenti” o poeticamente “lacrime di San Lorenzo”. Tale denominazione evoca la leggenda secondo cui le Perseidi rappresenterebbero le lacrime del santo durante il suo martirio.
Lo sciame meteorico delle Perseidi
Durante il periodo delle Perseidi, l’atmosfera terrestre viene attraversata da un gran numero di piccole meteore, che producono delle luminose scie nel cielo notturno. Questo spettacolo celeste è particolarmente visibile alle nostre latitudini, soprattutto perché in estate il cielo è spesso sereno.
La notte di San Lorenzo secondo Giovanni Pascoli
Uno dei poeti italiani più celebri, Giovanni Pascoli, ha reso omaggio a questo fenomeno in una poesia intitolata “X agosto”. In questa poesia, Pascoli interpreta lo sciame meteorico come lacrime celestiali, collegandolo alla commemorazione di San Lorenzo:
La poesia del X agosto
San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle
per l’aria tranquilla arde e cade,
perché si gran pianto nel concavo cielo
per tutto il mondo si spande.
Vedi: è morto. L’agonia, il sangue
che dal fianco gli usciva, non è quel ch’ei perdette.
Ombre son queste cose in terra, e nulla
è quel che par ove si perde.
Ecco: un uomo spira
sì da lunge che nel morire
la sua man d’ombra, lunga, lunga,
per la pianura va dicendo: muore, muore.
Altri corrono a caccia per la sua ghirlanda:
giovanetti. Non sa ch’ei si perde,
non lo sanno, e gli occhi hanno pieni di sé.
Tanto avrà negli occhi
la sua vita, che solo le stelle
piangeranno senza posa,
e la sua immensa testa
tutta notte
cascherà laggiù, giù nel mar.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.