Eliza Bennett: la sua mano “ricamata” in difesa delle donne
Last Updated on 08/01/2014
Eliza Bennett ricama. Ma lo fa in una maniera particolare, incredibile, unica (per fortuna). Ago e filo nella sua pelle, nella sua carne, come se fosse una tela. L’“artista” ( così suole definirsi lei) britannica ha realizzato una vera e propria scultura auto-inflittasi lì, nel palmo della sua mano.
Con “A woman’s work is never done” capovolge la concezione che intende comunemente il lavoro femminile “semplice e aggraziato”: “attraverso una personale e carica percezione, io esploro un intervallo di questioni relative alla mancanza di forma e di realtà individuale e sociale”. E denuncia anche lo sfruttamento della manodopera femminile e i suoi posti di lavoro a bassa retribuzione.
Ma, diciamocelo, c’era proprio bisogno di arrivare a tanto? Anche questa può considerarsi arte?
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.