Penso che un sogno così…: la recensione
Last Updated on 10/04/2019
Penso che un sogno così non ritorni mai più. Nell’ordine delle idee tutti pensiamo che un sogno sia qualcosa di irrealizzabile. E’ un sogno, no? E lì deve stare, nella testa, nella fantasia senza che nessuno lo turbi e lo distrugga con le solite problematiche di tutti i giorni. Si apre il sipario sulla storia di una vita, anzi di due, anzi di molte.

PICCIRIDDU CA CUNTA – Questo picciriddu ca cunta, che racconta, la storia di uno strano incontro da bambino con un Lupinaro, una di quelle storie che solo i bambini riescono a costruire. Un piccolo 33 giri mezzo scassato che suona ancora una delle più belle canzoni mai scritte, e la vita di un futuro uomo cambia. Perché la vita quando deve farti fare degli incontri, può anche scherzarci sopra! Viaggia Giuseppe Fiorello, insieme a tutti coloro che lo seguono in questo ricordo presente. In una storia che parla di sé, e dell’Italia, e di un uomo che nel blu dipinto di blu volava su un sogno che per molti è quasi fantascienza.
I SOGNI SONO ALLA PORTATA DI TUTTI – La riflessione che viene è spontanea: Meraviglioso pensare a come tutto si intrecci, a come i ricordi e le vite di ognuno abbiano un profumo o un gusto. Quella di questo sogno sa di caldo del sud, di cicoria saltata in padella, di grilli che intonano melodie notturne in campagne profumate. Sa di un figlio che racconta con grande forza e tenerezza la figura di un padre primo attore nel film della sua vita, un grande protagonista. E questo padre è veramente presente in questo racconto perché è li sul palco a spiegare insieme o piciriddu per cui la parola migliore è quella che non si dice, che i sogni sono alla portata di tutti e pronti per farci crescere.
SEMBRA TUTTO UN FILM – Omaggi all’Italia che risorge dopo la guerra, a Pasolini che scrive insieme a Modugno Cosa sono le nuvole, a Joe Conforte singolarissimo personaggio degno di un film di Hollywood, a chi si è dovuto inventare, a chi è dovuto andare via dalla propria terra perché “per le campagne non c’è più nessuno, addio addio amore io vado via”. Sembra tutto un film, mezzo a colori, mezzo in bianco e nero. Lo spazio tempo si muove con la scena, e Giuseppe Fiorello ne sembra il mago. Prima lui, poi Modugno, poi il padre e ancora lui. Fino alla telefonata più importante che è quella che lo porterà a realizzare il suo desiderio di bambino. E allora il tempo diventa un dolce da gustare o una poesia da leggere tra le note delle chitarre di Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma.
UNO SHOW “MAGICO” – Ma per quanto si possa raccontare di questo momento a teatro, mi avvalgo della facoltà di dire che un sogno così non tornerà mai più. Perché è questa la magia di questo “show”, ricordi talmente pregni di realtà che, grazie anche alla magistrale regia di Gianpiero Solari, saranno ricordi solo di chi, per una sera, vorrà accomodarsi in platea. Come nella vita un attimo passa e non sarà più uguale, così vale la pena di volare a braccia aperte in un sogno nostrano, nel sogno di un ragazzo, in quello di un padre, in quello di un uomo.
INFO – Di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni. Con: Giuseppe Fiorello. Musiche eseguite dal vivo da: Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma. Regia di Gianpiero Solari. Dal 24 al 29 novembre al Teatro Sistina, Roma. Poi in tour.
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Siciliana, anno 1984 . Ho sempre fatto qualcosa inerente l’arte. Danza fino a 20 anni per poi innamorarmi del canto e della recitazione. Ho frequentato l’istituto d’arte della mia città, diventando decoratrice pittorica. Mi specializzo nelle arti performative frequentando una scuola di musical, un’accademia di recitazione. Infine conseguo la laurea alla Sapienza, sempre in teatro. Attualmente sono un’attrice, cantante e regista teatrale; ma non si sa mai! Non si smette mai di imparare, mai.
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