“Storia di Borgata”: all’Anfitrione di Roma sino al 10 dicembre
Last Updated on 23/03/2019
In scena al Teatro Anfitrione di Roma, sino al 10 dicembre, Storia di Borgata, il nuovo spettacolo di Pietro Romano, che adatta, dirige e interpreta lo spettacolo tratto dall’omonima opera di G. Quinto.
LA TRAMA – Qui Romano sfida i requisiti tradizionali della Commedia, aprendo il sipario sull’amaro tema della Seconda Guerra Mondiale, in una Roma ferita dalla miseria, dalla questione politica nella fattispecie di valenza internazionale, dall’umiliazione che la drammatica circostanza non risparmia all’intero genere umano. Le sue corde, tuttavia, non si smentiscono. La romanità, con tutta la propria capacità d’ironia, in cui l’arte del canzonare e del canzonarsi esorcizzano, addirittura, la difficoltà storica, domina prepotentemente la scena, ancora una volta.
Al Teatro Anfitrione il nuovo spettacolo di Pietro Romano
I PERSONAGGI – I personaggi che fanno da corolla, incarnano, esprimono ed esaltano – insieme a Checco, il protagonista – una realtà che tutto lascerebbe immaginare fuorché l’ilarità: eppure Romano stupisce di nuovo, con l’eleganza di un livello artistico che ormai gli fa da scettro, consegnando alla storia la grazia della leggerezza, in intrighi, intrecci, accadimenti perfettamente incastonati nel momento indicato, in cui l’estro introspettivo si fa elemento essenziale della Commedia, fino alla sconfitta del tempo che nell’ambientazione, nella scelta stilistica dei costumi, nella dinamica contenutistica e soprattutto nella magistrale esposizione dialettale, si fregia d’eterna contemporaneità.
STORIA E SOCIETA’ – Così la finestra della scena si apre su Testaccio, storico rione romano, che tutto dà di sé, lasciando ascoltare la propria lingua, esalare i propri odori – magia del teatro – osservare la propria condizione, cristallizzata a quell’infinito, drammatico fino alla tenerezza, 1944. La condizione sociale di Checco e Nina, binomio non necessariamente casuale, di Ghituccia, di Pecoretti, di Alfredo e Laura, confeziona l’immagine storica di una realtà provata, contro la quale vince l’ironia di una romanità che sfida col proprio umorismo i canoni dei fatti, meritando che il colpo di scena mozzi il fiato.
CAST – Sul palco, inoltre, Graziano Scarabicchi, Clea Scala, Tommaso Moro, Diego Migeni, Vittorio Aparo e con Marina Vitolo e Serena D’Ercole.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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