“Un respiro di troppo” di Massimo Polimeni: la recensione
Last Updated on 19/12/2019
“Un respiro di troppo”, pubblicato da Words Editing, è il terzo romanzo dello scrittore catanese di nascita ma romano d’adozione Massimo Polimeni
“Un respiro di troppo”, pubblicato da Words Editing, è il terzo romanzo dello scrittore catanese di nascita ma romano d’adozione Massimo Polimeni. Il libro arriva dopo “In Sicilia, un’estate” e “Quel che resta oltre il buio” entrambi editi da Nulla Die e ne rappresenta più che un semplice sequel quanto – come consuetudine dell’autore – un interessante spin off.

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La trama di “Un respiro di troppo” di Massimo Polimeni
Tornano quindi alcuni dei personaggi che abbiamo imparato a conoscere nei libri precedenti come il pescatore Zu Pinu, suo nipote Pippo Mustica. Torna soprattutto il colonello della Guardia di Finanza Anselmo Quattrocchi, come sempre determinato nell’adempimento del proprio dovere, provato dalla sua malattia ma rinfrancato dall’amore di Halima e dall’affetto dei suoi figli: la sua nuova famiglia. Altri personaggi si aggiungono allo scenario e si candidano a diventare protagonisti dell’episodio “che verrà”, in questa piccola “saga” che sin da subito si è fatta apprezzare per la coralità della narrazione.
Torna la Sicilia, un’ambientazione lontana da schemi e stereotipi, in cui si innesta la storia di Giò, un uomo di colore, ricercato per omicidio e fuggito da New York che, sbarcato clandestinamente sull’isola, finisce per mischiarsi ad un gruppo di migranti e tenta di costruirsi una nuova vita. Saranno nuovi incontri: un giovane amico che spera in un cuore nuovo, un ex-poliziotto arabo in attesa di poter riscuotere il frutto di un furto milionario, un bambino in cerca di una nuova famiglia.

Il nostro commento
Se il primo libro era adagiato sulla nostalgia e il secondo sul dolore, “Un respiro di troppo” evoca la solitudine di uomini in cerca di improbabili vie di fuga da un destino già scritto. Coinvolti in un’indagine sul tragico traffico clandestino di organi umani, ciascuno di loro continuerà a lottare per il proprio riscatto fino all’ultima mano di una partita in cui nulla appare razionale. Neanche per Giò che potrebbe salvare se stesso, la propria libertà e forse anche la vita del suo giovane amico a costo di accettare un rischiosissimo baratto.
Uomini soli, ma non immuni all’amore, perchè su tutto finiscono per prevalere gli affetti e le relazioni umane: la loro vitale importanza anche dopo decenni di silenzio, il bisogno di una casa dove rifugiarsi nella propria personale fuga, il ricordo sempre agognato del passato seppure imperfetto, l’impegno per fare del presente qualcosa di comprensibile, la ricerca di un futuro atteso ma mai immaginato, il senso della costruzione di sé e l’identità che solo una famiglia può dare.
Scritto con perizia, il linguaggio snello e la prosa semplice, misurata, “Un respiro di troppo” rappresenta per Massimo Polimeni una nuova tappa del suo cammino di scrittore. Un’indagine interiore che l’ha portato a mettersi alla prova ed esplorare il genere giallo-noir: una strada percorsa con sempre maggiore sicurezza ed una certa eleganza, secondo uno stile indipendente ed in grado di varcare felicemente i confini di genere.
Chi è l’autore
Massimo Polimeni, catanese, è giornalista con un lungo trascorso da dirigente d’azienda. Ha vissuto a lungo all’estero (Seul, Tokio, New York), vive a Roma. Ha pubblicato “In Sicilia, un’estate” (2015) e “Quel che resta oltre il buio” (2017), entrambi editi da Nulla Die.
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Classe 1977, consulente di comunicazione. Vivo fra Roma e l’Umbria. Prima e dopo la laurea sono passato per varie reincarnazioni: sarto, guerrilla marketer, responsabile ufficio stampa nel settore del trasporto aereo, ghost writer. Mi occupo dello sviluppo di progetti editoriali e organizzo festival letterari. Leggo libri, da scrittore sospeso ne scrivo recensioni.