Il Novecento di Alessandro Baricco secondo Eugenio Allegri: la recensione
Last Updated on 09/05/2019
Sarà in scena fino al 18 aprile, al Teatro Eliseo, il Novecento di Alessandro Baricco, lo straordinario monologo di Eugenio Allegri, con la regia di Gabriele Vacis

Sarà in scena fino al 18 aprile, al Teatro Eliseo, il Novecento di Alessandro Baricco, lo straordinario monologo di Eugenio Allegri, che supera le 500 repliche dal 1994, anno della sua prima rappresentazione. Questo narra la singolare storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento.
La trama di Novecento
Ancora neonato, viene abbandonato nel piroscafo Virginian, sul pianoforte della prima classe e viene trovato per caso da Danny Boodman, un marinaio di colore che gli farà da padre fino all’età di otto anni. Quando morirà a causa di un incidente sul lavoro. Il bambino scompare misteriosamente nei giorni successivi alla morte del padre e quando ricompare incomincia a suonare il pianoforte da cui, non troverà mai la forza di separarsi.
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Il nostro commento
A scrivere questo testo lo stesso Baricco, proprio per il suo interprete, Eugenio Allegri, guidato dalla regia di Gabriele Vacis. Un evento unico e poetico, divertente e dolcemente malinconico. Novecento è un racconto, una lettura ad alta voce. Un viaggio sonoro e visivo in cui le parole prendono forma e suono attraverso l’interpretazione performativa di Allegri che oramai è un tutt’uno con il testo. Le stesse note, il sound che emerge dal racconto, prendono forma grazie all’interprete che accompagna il pubblico in un viaggio sopra la nave Virginian.
Un incontro nel bel mezzo di una tempesta sancisce un’amicizia che il personaggio narrante porterà sempre nel cuore. Il ritratto di Novecento viene dipinto su una tela fatta di pentagrammi e acqua. Il giovane pianista è l’uomo del sogno, il rappresentante di un compromesso con la vita e con il concetto di libertà che tutti vorremmo abbracciare. Novecento non è mai sceso dalla nave per scelta, ha rinunciato alla sua esistenza “terrena” per abbracciarne una magica e inesistente. Probabilmente per la stessa paura di vivere la vita che ha sempre immaginato.
Un uomo il cui nome per il mondo non esiste in nessun modo, niente documenti o liste, o prenotazioni che indichino la sua reale presenza sulla terra. I passeggeri della nave avranno di lui solo il ricordo delle note suonate al piano. Un breve ma intenso passaggio nelle vita di estranei. Un evento concesso a pochi come accade nelle vita quando si incontra un essere speciale. La sua vita una musica, una breve ma intensa battuta di passaggio, in una frazione di tempo definito, con pause per ascoltare i pensieri e l’eco delle note appena suonate.

“Eugenio Allegri prestigiatore della parola e del ritmo”
Allegri è un prestigiatore della parola e del ritmo, una miriade di maschere che si destreggiano tra gesto e voce. Tutti i personaggi prendono vita in un solo corpo; la poetica di un attore. Il testo di Baricco ci lascia viaggiare avanti e indietro come la rotta della nave Virginian. La misura del viaggio è precisa come la sua durata, il numero di passeggeri anche. I pensieri che li accompagnano molti di più forse, ma sempre limitati. Una vita misurata e che incanta come il pianista sull’oceano. Una vita non vissuta pienamente per la paura dell’infinito e delle sue possibilità. Grazie ad Allegri, la figura narrata di Novecento prende forma nell’uomo che ricorda a noi tutti il coraggio dell’esistenza.
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Siciliana, anno 1984 . Ho sempre fatto qualcosa inerente l’arte. Danza fino a 20 anni per poi innamorarmi del canto e della recitazione. Ho frequentato l’istituto d’arte della mia città, diventando decoratrice pittorica. Mi specializzo nelle arti performative frequentando una scuola di musical, un’accademia di recitazione. Infine conseguo la laurea alla Sapienza, sempre in teatro. Attualmente sono un’attrice, cantante e regista teatrale; ma non si sa mai! Non si smette mai di imparare, mai.