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Gagosian Gallery, per la prima volta a Roma le opere di Huma Bhabha

Per la prima volta a Roma, presso la Gagosian Gallery, le opere dell’artista pakistana Huma Bhabha. La mostra, dal titolo “The Company”, sarà visitabile dal 19 settembre al 14 dicembre.

Per la prima volta a Roma, presso la Gagosian Gallery, le opere dell’artista pakistana Huma Bhabha. La mostra, dal titolo “The Company”, sarà visitabile dal 19 settembre al 14 dicembre.

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Le opere in mostra

Tramite espressivi disegni su fotografia e sculture figurative intagliate nel sughero e nello Styrofoam, realizzate con materiali di scarto e argilla, o fuse in bronzo, Bhabha esplora le tensioni tra tempo, memoria, e sradicamento. Tra fantascienza, resti archeologici, rovine romane e utopia postbellica l’artista trasforma la figura umana in totem ghignanti, allo stesso tempo figure inquietanti e sinistramente divertenti.

La lotteria e la Compagnia

The Company è in parte ispirata a “La Lotteria a Babilonia” (1941), un breve racconto di Jorge Luis Borges nel quale una società immaginaria è sopraffatta dal sistema di una lotteria incombente che dispensa ricompense e punizioni. La lotteria è presumibilmente diretta dalla Compagnia, un segreto, forse inesistente organismo che decide i destini delle persone. La processione di sculture di Bhabha svela il potere di questa Compagnia misteriosa.

Questa comprende un paio di grandi mani disarticolate dal corpo che sembrano fluttuare su piedistalli trasparenti, una figura seduta e numerose figure in piedi di diverse dimensioni. I disegni su fotografia richiamano questi personaggi, che potrebbero provenire da un lontano regno futuristico così come da una civiltà perduta.

Il mondo come un’apocalisse, creata sia dall’uomo che dalla natura

Accostando cicatrici di guerra, il colonialismo e i traumi ad allusioni ad eventi attuali e ai media di massa, Bhabha ha a lungo sostenuto che il mondo sia un’apocalisse, creata sia dall’uomo che dalla natura. Le sue sculture saccheggiate sembrano essere testimoni di una certa catastrofe alla quale sono riuscite a sopravvivere per raccontarne la storia.

Nei disegni di grande formato, figure umane e non umane abitano lo spazio condiviso da fotografia, collage e gesti pittorici. I loro visi eterogenei e le forme indistinte sembrano infestare paesaggi, strade cittadine e siti architettonici. In uno di questi, un arco blu e beige interferisce su una fotografia che Bhabha ha scattato a Roma, ai Musei Capitolini, ad un’antica statua di un cane. Con due kouroi bianchi che incombono sullo sfondo.

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