Roma – A Palazzo Merulana la mostra sul brasiliano Sidival Fila
A Palazzo Merulana, dal 6 settembre al 5 ottobre 2019, un progetto espositivo interamente dedicato all’artista brasiliano Sidival Fila, dal titolo La Materia Svelata.

A Palazzo Merulana, dal 6 settembre al 5 ottobre 2019, un progetto espositivo interamente dedicato all’artista brasiliano Sidival Fila, dal titolo La Materia Svelata.
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Le opere in mostra
Frate francescano e artista di origini brasiliane, grazie all’utilizzo di tessuti, stoffe, carte storiche, fibre organiche ricuce e ricompone spazi di materia ora più lievi ora più profondi.
I suoi pezzi assumono volume e consistenza negli spazi dedicati alla mostra. Il percorso si sviluppa a partire dalla Sala delle Sculture al piano terra. Al secondo piano, invece, sono presenti quattro installazioni in dialogo con la collezione permanente Elena e Claudio Cerasi. L’esposizione si conclude poi al terzo piano, interamente dedicato all’artista e al suo progetto espositivo.
La materia rigenerata e “riscattata”
Come dichiara Fila, i verbi ‘tramare’ e ‘ordire’ nella sua arte assumono significato positivo, grazie ad un lento processo di restituzione alla vita della materia utilizzata. Questa viene rigenerata e successivamente sottoposta a una particolare forma di riscatto. Un’assoluzione che riattualizza la materia stessa nel presente.
La mostra si presenta come un atto di ‘rivelazione’ a partire dalla velatura tridimensionale di un’opera in collezione permanente, al di sotto della quale si ‘svela’ il mondo. L’emanazione cromatica, unita alla luce immateriale, rappresenta l’espressione della pura energia della materia, e attraverso il vibrato costante delle sue fitte trame riesce ad andare oltre alla verità fisica del visibile.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.