Volontà di Ferro, la geniale mostra di Cristiano e Patrizio Alviti in 100 luoghi all’aperto di Roma
Last Updated on 10/11/2020
Lunedì 23 novembre, in 100 luoghi all’aperto di Roma, Officina Alviti darà il via a Volontà di Ferro, una mostra degli artisti Cristiano e Patrizio Alviti. Secondo quanto ideato dal duo, sarà la città stessa a fungere da immensa sede espositiva: verranno infatti utilizzati gli spazi dedicati alla cartellonistica pubblicitaria...

Lunedì 23 novembre 2020, in 100 luoghi all’aperto della città di Roma, Officina Alviti darà il via a Volontà di Ferro, una mostra degli artisti Cristiano e Patrizio Alviti. A cura di Werner Bortolotti. Grazie alla sua originalissima formula, l’evento potrà essere visibile ad un ampio pubblico, vincendo su qualsiasi protocollo imposto dall’attuale pandemia.
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L’arte come necessaria evasione e nutrimento dell’anima
L’arte come necessaria evasione e nutrimento dell’anima mai come oggi può essere d’aiuto in un momento così tragico. Secondo quanto ideato dal duo, sarà la città di Roma a fungere da immensa sede espositiva: verranno infatti utilizzati gli spazi dedicati alla cartellonistica pubblicitaria. Si tratta di un modo originale per far entrare l’arte nella quotidianità di ognuno, sfruttando quei canali utilizzati solitamente per mero uso commerciale. Cristiano e Patrizio Alviti, artisti riconosciuti e attivi nella Capitale, hanno quest’anno prodotto un ingente corpus di opere tra incisioni monotipo, prove d’autore e lastre.
Alla ricerca di una formula totalmente originale che permettesse loro di entrare in contatto con più “visitatori” possibili, gli Alviti hanno riprodotto le loro opere su manifesti pubblicitari stradali (ogni cartellone presenta un’opera diversa con relativa didascalia) e organizzato la loro esposizione Volontà di ferro, in 100 spazi all’aperto della città. Va da sé che ogni cartellone presenta un’unica delle 100 opere creando un percorso espositivo gigantesco che coinvolge e rende Roma un’estesissima galleria d’arte.
La scelta delle location è stata valutata in base alle zone strategiche. Come la viabilità, optando per strade di intenso traffico come ad esempio tangenziale zona Salaria-Corso Francia. O come il coinvolgimento delle periferie. Queste saranno comunicate con un’apposita mappa della mostra da scaricare dal sito creato ad hoc volontadiferro.it.

Il concept di volontà di ferro
Volontà di Ferro: volontà dei fratelli Alviti di vivere e creare in una nefasta prospettiva negativa e di morte (economica e sociale), di ferro. Dove per ferro non si intende solo il rimando alla lastra scriccata e puntellata che dà forma al segno sul foglio, ma la metafora della determinazione di Cristiano e Patrizio. Volontà di ferro è una dichiarazione forte e potente. Mentre tutto il mondo si ferma, gli Alviti producono spazi e immagini che danno, almeno all’animo, la libertà di viaggiare e perdersi.
Così, proprio mentre il mondo guarda dalle finestre lo scorrere del tempo, i due artisti danno vita a lastre di paesaggi. Il paesaggio ricostruito, che parte dalla natura e dagli alberi, è quello ricostruito attraverso la realtà (il segno che incide le lastre) e quello dell’emozione (il ricordo e le sensazioni che il paesaggio suscita così come filtrate dalla sensibilità degli Alviti). Il filtro che rende visibile tale commistione è il colore, quegli inchiostri e quei liquidi che si perdono sulla lastra rincorrendosi e miscelandosi, così imprevedibili ed espressivamente liberi di muoversi, di evadere e di “uscire” dal segno. Il risultato è una carta inchiostrata dove è possibile scorgere la luce, una conversazione, l’aria, la vita vissuta, i particolari, gli scorci, la prospettiva tra gli alberi e l’infinita potenza della natura.
Si arriva, così, al nocciolo fondamentale della collezione: ad un segno razionale, anche se pur sempre artistico, inciso sulla lastra, in un gioco di pieni e vuoti; una acquarellatura di volta in volta diversa, che segue l’emozione del momento. Lo scopo è sensibilizzare e coinvolgere il più ampio pubblico, anche quello non avvezzo alla frequentazione dei luoghi canonici dell’arte e stuzzicarne la curiosità.
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Ivan Caccavale, classe 1991, storico e critico d’arte. Attratto da forme, colori e profumi sin da bambino, mi sono formato presso il liceo classico. Ho imparato che una cosa bella è necessariamente anche buona (“kalòs kai agathòs”).
Come affermato dal neoplatonismo, reputo la bellezza terrena un riverbero della bellezza oltremondana. Laureato in studi storici-artistici, mi occupo di editoria artistica.