Victor Castillo, un pop surrealista cileno in mostra a Roma
Last Updated on 15/12/2020
Da Dorothy Circus Gallery Roma il pop surrealismo è di casa con uno dei pilastri di questa potente corrente artistica: Victor Castillo. Jungle Boogie è il nome scelto dal brillante artista cileno per la sua personale mostra nella Capitale. Originalità, colore e una non troppo velata ironia.

Victor Castillo è un’artista cileno che può essere considerato come uno dei nomi di punta del pop surrealismo. Seppur giovanissimo, le sue opere sono state esposte in molte città del mondo e i suoi murales sono presenti sulle pareti dei più importanti musei del Cile come il National Museum of Fine Arts (MNBA) e il Centro Gabriela Mistral (GAM) a Santiago, dove è nato. Nel corso della sua breve ma intensissima carriera i suoi lavori sono comparsi su magazine, giornali e riviste di tutto il mondo.
Dunque, a tutti gli effetti, Castillo può essere definito, ad oggi, come il più giovane e talentuoso artista cileno contemporaneo. Se il nome non vi suona troppo familiare e siete curiosi di approfondire la sua conoscenza, ecco come rimediare: godetevi la sua personale dal titolo, quanto mai esotico, Jungle Boogie.
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La mostra su presso Dorothy Circus Gallery di Roma
Presso la Dorothy Circus Gallery di Roma, situata nel cuore della Capitale e per l’esattezza a Trastevere, fino al 20 dicembre è in programma una mostra personale di Castillo. Questa galleria romana, che ha un distaccamento anche a Londra, dal 2007, si propone, mese dopo mese, di far conoscere il meglio dell’arte contemporanea. Tutto ciò che è fuori dagli schemi è possibile trovarlo nei locali della DCG.
Jungle Boogie, le opere in mostra
Jungle Boogie, questo il nome scelto dall’artista cileno, è composta da sei opere su tela, tutte interamente realizzate con colori acrilici, e da un art toy (scultura in plastica vinilica generalmente realizzata in tiratura limitata). Non occorre essere un critico d’arte per riconoscere che lo stile di Castillo è molto accattivante e di grande impatto. La sua arte è capace di trasportare immediatamente chi guarda in un mondo di fantasia.
In ogni suo lavoro sono chiari i riferimenti ai cartoon, ai fumetti e alla cultura pop in generale. Tutti questi personaggi fantastici rappresentati dovrebbero fare cose buffe, divertenti e irriverenti ma, nei quadri dell’artista cileno, non sembra esserci traccia di buonumore. I soggetti dipinti sembrano a prima vista vivaci e bizzarri ma, a guardarli bene, sono violenti, cupi, angoscianti e, a tratti, drammatici. L’uso di colori sgargianti tende a sottolineare la contraddizione tra ciò che ci si aspetta di vedere e ciò che realmente è rappresentato.
Ecco, in ogni opera di Jungle Boogie, la contraddizione regna assoluta. Tutti i lavori presentati qui dall’artista sono un continuo rimando a personaggi che fanno parte del nostro immaginario collettivo, ma intenti a compiere azioni inaspettate e inconsuete. Di fronte a tutto questo lo spettatore non può non rimanere scioccato.
Domande come titoli
Le opere di Jungle Boogie hanno come titolo una domanda dove la provocazione e il dubbio tende ad insinuarsi nella mente di chi le osserva. Curiosità e sgomento che si materializzano proprio nei dipinti esposti. Infatti, che cos’è una domanda se non un modo d’interazione naturale con il prossimo? Essa, molto spesso, è originata dallo stupore, dalla curiosità o dalla necessità di avere informazioni. Do you love me?, Where are you going young man?, Who is the cutest? sono solo alcuni esempi degli emblematici interrogativi che Victor Castillo pone agli spettatori attraverso i titoli di questi dipinti. Così facendo l’artista crea un dialogo tra lui, le sue opere e il pubblico. Senza quest’ultimo, infatti, molto probabilmente l’arte non avrebbe senso di esistere. Se dai lavori vi aspettate delle risposte, non le troverete. Anzi, guardando questi quadri, le domande nella vostra mente continueranno ad assediarvi. Ed è proprio questa la forza dell’arte di Castillo.
Il naso rosso
Nei lavori dell’artista cileno è impossibile non far caso a un allungato e cilindrico naso rosso di cui molti dei suoi personaggi sono dotati. Questa colorata protuberanza è diventata, nel corso del tempo, un vero e proprio trademark della surreale arte di Castillo. Il naso colorato di rosso può riportare alla mente la figura del clown. Un soggetto carico di ambivalenza dato che, per lavoro, è costretto a far ridere anche quando non vorrebbe. Proprio l’ambivalenza è dunque il filo che lega e unisce tutte le opere di questo grande artista popsurrealista e di cui si è fatto portabandiera.
Dalla pop culture e i cartoon alla critica alla società di massa
Dunque, se da un lato Castillo trae grande ispirazione dalla pop culture, dai cartoon e dai film che sono patrimonio collettivo e globale, allo stesso tempo, all’interno delle sue opere, è chiara la critica alla società di massa, al consumismo e a quella globalizzazione che mira all’omologazione. Il suo scopo è quello di volerci raccontare delle storie attraverso le sue opere. A prima vista sembrano racconti semplici e lineari, come guardare un vecchio cartone animato ma, ad uno sguardo più accurato, ci si accorge che i personaggi dipinti sono in realtà l’allegoria dell’umanità. La paura, la rabbia, la crudeltà, la violenza e altri tipi di abusi sono temi ricorrenti nella poetica di Castillo che, tramite i suoi lavori, esprime tutto il suo dissenso per questa società egemonizzata dal denaro e dal continuo consumo. Il messaggio di denuncia arriva e traspare in ogni lavoro poiché l’estetica dei cartoon è capace di parlare a chiunque.
La scultura giocattolo
Oltre ai sei dipinti, in una teca, è esposta la scultura in vinile Puppy Toy. Questo art toy, prodotto in edizione limitata a venti copie, è un prodotto esclusivo e realizzato appositamente per la mostra romana. Oltre che essere numerate e autografate l’artista si è anche riservato il diritto di customizzarle a suo piacimento prima che vengano impacchettate e spedite ai fortunati proprietari. La customizzazione rende, di fatto, ognuna delle venti statuette viniliche un vero oggetto d’arte: unico e irriproducibile.
Jungle Boogie è una mostra assolutamente imperdibile per gli amanti dell’arte contemporanea ed una fantastica occasione per scoprire uno dei più grandi del pop surrealismo. I locali della Dorothy Circus Gallery di Roma vi aspettano fino a qualche giorno prima di Natale. Non vi resta molto tempo, dunque, per andare a conoscere Victor Castillo che, con la sua surreale arte, è capace di scioccare, meravigliare e far riflettere.
Le foto della mostra
Foto di Giorgio Silvestrelli
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Giorgio Silvestrelli nasce ad Ancona in un caldo giovedì di giugno all’inizio degli anni ’80.
Consegue una Laura Magistrale in Scienze della Comunicazione presso la facoltà di Macerata. Dal 1992 inizia ad appassionarsi ai Graffiti e Aerosol Art. Freelance nel mondo della comunicazione, copywriter, appassionato di arte contemporanea e profondo conoscitore della street art, legge e colleziona fumetti sin dalla più tenera età, ama il cinema e i videogames. S’interessa di art toys, molto più che semplici giocattoli. Parla correntemente inglese e ascolta principalmente black music.
Dai primi quadri mi sembra simile all’animazione giapponese, o sbaglio?