Whitney Houston, i cinque album della splendida “The voice”
Con i suoi brani Whitney Houston ha dominato le classifiche mondiali, in particolar modo la Billboard Hot 100, nella quale ha piazzato sette singoli consecutivi alla numero uno, battendo il record di sei precedentemente appartenuto ai Bee Gees…

Una delle più iconiche, famose e talentuose voci di sempre, non a caso ricordata semplicemente come “The Voice”, soprannome attribuitole da Oprah Winfrey. Whitney Elizabeth Houston (Newark, 9 agosto 1963 – Beverly Hills, 11 febbraio 2012) è stata cantante, attrice e produttrice cinematografica statunitense. Con i suoi brani ha dominato le classifiche mondiali, in particolar modo la Billboard Hot 100, nella quale ha piazzato sette singoli consecutivi alla numero uno, battendo il record di sei precedentemente appartenuto ai Bee Gees. Per poi conquistare anche i cinema mondiali con performance indimenticabili.
È stata una delle donne di maggior successo discografico, la quarta per numero di vendite negli Stati Uniti, con circa 55 milioni di dischi certificati dalla RIAA. Mentre le sue vendite complessive di album e singoli contano duecento milioni di copie. Tra gli altri record, detiene anche il primo posto nella classifica degli artisti neri di maggior successo insieme a Michael Jackson, mentre nel 2006 il Guinness dei Primati l’ha dichiarata “l’artista più premiata e famosa di tutti i tempi”. Basti pensare che ha vinto 6 Grammy Award e 22 American Music Awards. Inoltre è alla 34esima posizione nella lista dei 100 cantanti più grandi di tutti i tempi della rivista Rolling Stone. Ripercorriamone la carriera con i suoi cinque album principali.
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Whitney Houston
Whitney Houston è il suo disco di debutto, pubblicato il 14 febbraio 1985. Sebbene fosse partito in sordina, risulta essere il suo album registrato in studio di maggior successo, nonché uno dei più diffusi nel mondo, con oltre 25 milioni di copie vendute. In America è stato certificato 13 volte platino per aver venduto 13 milioni di copie. I primi due singoli furono You Give Good Love e All at Once.
Whitney
Whitney è il secondo album della cantante statunitense, pubblicato il 29 giugno 1987, e ha venduto circa 25 milioni di copie in tutto il mondo. Nove volte platino in America, è uno dei pochi album stranieri che hanno superato il milione di copie vendute in Italia. È il primo album di un’artista femminile a debuttare in vetta alla Billboard 200. Tra i singoli spiccano I Wanna Dance with Somebody (Who Loves Me) e Didn’t We Almost Have It All.
I’m Your Baby Tonight
I’m Your Baby Tonight è la terza fatica di Whitney Houston, pubblicato il 6 novembre 1990. Ha venduto in tutto il mondo circa 12 milioni di copie. Il suo è un successo ormai globale, che la porterà ad esordire al cinema, nel 1992, con il film Guardia del corpo, coprotagonista con Kevin Costner. Il brano colonna sonora, I Will Always Love You, cover di un pezzo di Dolly Parton, vende circa 16 milioni di copie nel mondo. Tornando a parlare del terzo album, sono presenti I’m Your Baby Tonight, All the Man That I Need e I Belong to You.
My Love Is Your Love
My Love Is Your Love, pubblicato nel 1998, è il suo quarto disco. Questo comprende brani come My Love Is Your Love, When You Believe e If I Told You That. Due anni dopo, invece, arriva il primo Greatest Hits, doppio CD antologico contenente alcuni duetti inediti, uno dei venti album più venduti nella storia delle classifiche inglesi.
Just Whitney
Il quinto album della sua discografia è Just Whitney, lanciato nel 2002, anticipato dal singolo Whatchulookinat e contenente brani quali One of Those Days e Try It on My Own. L’anno dopo decide di lanciare un album natalizio, One Wish: The Holiday Album. Tuttavia il successo ottenuto negli anni ottanta e novanta sembra ormai un ricordo.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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