Hostia, l’omaggio a Pier Paolo Pasolini alle Terme di Diocleziano
“Hostia. Pier Paolo Pasolini” è il nuovo progetto espositivo di Nicola Verlato, ospitato negli imponenti spazi delle Terme di Diocleziano sino al 12 giugno, che declina in varie forme artistiche la tragica vicenda della morte di Pasolini

“Hostia. Pier Paolo Pasolini” è il nuovo progetto espositivo di Nicola Verlato, ospitato negli imponenti spazi delle Terme di Diocleziano sino al 12 giugno. Curato da Lorenzo Canova, è stato ispirato dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini e pensato come un omaggio che si articola in una serie di declinazioni artistiche – dipinti, sculture, disegni, progetti architettonici, musiche e video – che dialogano con le grandi Aule delle Terme di Diocleziano, simbolo della romanità.
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Le opere in mostra
La mostra si origina da un grande dipinto che, come un’antica pala d’altare, rappresenta il corpo di Pasolini mentre attraversa a ritroso la propria vita. Altre opere pittoriche approfondiscono altri aspetti connessi alla rappresentazione del dipinto principale. Sono inclusi nella mostra anche un fregio lungo oltre 11 metri, una scultura a dimensioni reali che ritrae in modo estremamente realistico Pasolini e alcune teste scolpite. Infine proiezioni video accompagnate da musiche completano l’esposizione.
La selezione fotografica
La mostra si arricchisce di una selezione di fotografie tratte dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo che ritraggono Pasolini in occasione di eventi pubblici documentati dall’agenzia fotografica tra il 1959 e il 1968. La mostra di Nicola Verlato si fonda su un’ipotesi che è anche un desiderio: costruire un complesso monumentale a Ostia, luogo della morte di Pasolini. In mostra, dunque, è presente anche un modellino architettonico aperto. All’interno, questo mostrerà tutte le opere presenti in mostra, nella collocazione definitiva che idealmente troverebbero nell’edificio una volta costruito.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.