Le “dissolvenze” di Lou Duca e la bellezza come verità da raggiungere
Dal 13 maggio al 13 luglio, presso la Galleria Triphè di Roma, “Dissolvenze”, mostra personale di Lou Duca, a cura di Maria Laura Perilli

Dal 13 maggio al 13 luglio, presso la Galleria Triphè di Roma, “Dissolvenze”, mostra personale di Lou Duca, a cura di Maria Laura Perilli.
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Le opere in mostra
Il lavoro dell’artista Lou Duca può apparire come una operazione di iconoclastia, di distruzione o dissolvenza dell’immagine; in realtà la sua operazione di decollage è una naturale azione di recupero del nostro passato ed una sua rivisitazione in chiave contemporanea. Lou Duca sprona l’osservatore verso un recupero della sua originaria identità radicata sicuramente in un passato classico. Le figure proposte sono scomposte quasi a risalire ad una integrità armoniosa; similmente alla tecnica del Kintsugi si genera un processo di recupero per una rinata composizione.
Lou Duca parla di bellezza come verità da raggiungere
Lou Duca sembra volerci fornire gli strumenti per recuperare un concetto di bellezza puro. Siamo di fronte alle sue opere liberi di percepirle secondo un nostro giudizio di bellezza pur facendo parte originariamente di canoni classici. Lou Duca parla di bellezza come verità da raggiungere, svelare in tutto il suo mistero, con l’operazione di decollage. Mimmo Rotella padre della tecnica del decollage realizzava strappi sui manifesti con l’intento di creare un’immagine nuova; in questo caso il dialogare nelle opere di Lou Duca è attuato per recuperare la storia e il suo concetto di bellezza; l’artista ci permette di non dimenticare il mondo classico contestualizzandolo nel contemporaneo.
Eternità di un tempo passato che non morirà mai
“I lavori di Duca sono ad alta identificabilità e donano un gusto per l’armonia e la bellezza non indifferenti – spiega Maria Laura Perilli – Potremmo dire che il bello in queste opere è spunto per sottolineare l’eternità di un tempo passato che non morirà mai e che segnerà, indiscutibilmente anche il futuro. Non vi è nulla di distruttivo ma, bensì,un nuovo inizio. Duca ci dimostra, attraverso i suoi lavori,che il tempo è qualcosa di plasmabile egli plasma il passato, la storia, assumendosi un impegno gravoso,importante e rischioso: cancellarlo”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.