“Laggiù qualcuno mi ama”, Mario Martone racconta Massimo Troisi
È in lavorazione Laggiù qualcuno mi ama, un documentario su Massimo Troisi che Mario Martone ha scritto con Anna Pavignano. Tramite contenuti, documenti inediti e le testimonianze di colleghi e amici il documentario mira a raccontare la genialità e il mito dell’attore di San Giorgio a Cremano…

È in lavorazione Laggiù qualcuno mi ama, un documentario, prodotto da Indiana, su Massimo Troisi che Mario Martone ha scritto con Anna Pavignano. Tramite contenuti, documenti inediti e le testimonianze di colleghi e amici il documentario mira a raccontare la genialità e il mito di Massimo Troisi attraverso la visione del regista e autore napoletano Mario Martone, fresco del Nastro d’Argento per Nostalgia e Qui rido io, e della compagna di vita e di lavoro Anna Pavignano.
“Con Massimo era nata un’amicizia fondata su una grande stima reciproca”
“Con Massimo – racconta Martone – era nata un’amicizia fondata su una grande stima reciproca, adoravo il suo cinema, vagheggiavamo di lavorare insieme. La possibilità che mi viene offerta di fare un film documentario in cui il pubblico lo possa ritrovare oggi sul grande schermo è quindi qualcosa di speciale per me, posso tornare a dialogare con lui, ascoltarlo e portarlo agli spettatori di ieri e a quelli di oggi, che sono tantissimi”.
“Molto speciale è per me (anche) lavorare alla sceneggiatura con Anna Pavignano”
“Massimo è sempre rimasto vivo nell’immaginario collettivo, perché era una grande anima e un grande artista. E molto speciale è per me lavorare alla sceneggiatura con Anna Pavignano, che di Massimo ha scritto tutti i film e la cui presenza al suo fianco indicava molto bene quanto Massimo fosse aperto, dialettico, avanti nella sua visione delle cose. Quanto possa parlarci ancora adesso. Facciamo questo film per riascoltarlo, rivederlo, stare con lui”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.