Cabin Art, 6 gabbiotti dismessi diventano opere d’arte
La commissione di Roma Capitale, composta da esperti del Maxxi, Sovrintendenza Capitolina e Zètema Progetto Cultura ha selezionato i 6 migliori artisti per Cabin Art, tra i 68 in gara, assegnando un contributo fino a 6.500 euro a progetto

È entrato nella fase esecutiva Cabin Art, il progetto artistico di rigenerazione urbana, promosso dall’amministrazione capitolina in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, che punta a recuperare, attraverso la street art e i giovani, 6 gabbiotti dismessi della Polizia Locale. La commissione di Roma Capitale, composta da esperti del Maxxi, Sovrintendenza Capitolina e Zètema Progetto Cultura ha selezionato i 6 migliori artisti, tra i 68 in gara, assegnando un contributo fino a 6.500 euro a progetto.
I nomi dei sei vincitori e le cabine interessate
Tra i sei vincitori, che daranno nuova vita a questi beni cittadini in disuso, riqualificandoli e valorizzandoli nel territorio in cui sono situati, sono già al lavoro Federica Mancini con il suo intervento artistico sulla Cabina 1 in Piazza Vittorio Emanuele II (Municipio I); Andrea Piccinno con il suo lavoro sulla Cabina 2 in Via Vico Jugario/Via Petroselli (Municipio I); Vittorio Pannozzo con l’opera The Pinkish Box sulla Cabina 5 in Circonvallazione Gianicolense/Via Ottavio Gasparri (Municipio XII).
E a breve inizieranno i loro interventi artistici anche gli altri tre vincitori: Leonardo Crudi con l’opera Al suono di Roma sulla Cabina 4 in Piazzale Labicano (Municipio VII); Nian Eugenia Chiasserini con il suo lavoro sulla Cabina 3 in Via Casilina/Via di Tor Pignattara (Municipio V); il duo artistico Motorefisico (Lorenzo Pagliara e Gianmaria Zonfrillo) con l’opera Pattern Geometrico sulla Cabina 6 in Piazza di Villa Carpegna (Municipio XIII).
Appassionato di arte, teatro, cinema, libri, spettacolo e cultura? Segui le nostre pagine Facebook, Twitter, Google News e iscriviti alla nostra newsletter
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.