Pericle Fazzini, “lo scultore del vento” in mostra al Museo Carlo Bilotti di Roma
Le opere di Pericle Fazzini, “lo scultore del vento” ritornano finalmente in mostra a Roma dopo trent’anni in occasione del 110° anniversario della nascita. Un’esposizione antologica che ripropone al pubblico capitolino una ricca serie di capolavori dello scultore marchigiano

Le opere di Pericle Fazzini, “lo scultore del vento”, come ebbe a definirlo il grande poeta Giuseppe Ungaretti, ritornano finalmente in mostra a Roma dopo trent’anni in occasione del 110° anniversario della nascita. Un’esposizione antologica, dal Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, dall’11 marzo al 25 giugno 2023, che ripropone al pubblico capitolino una ricca serie di capolavori dello scultore marchigiano.
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Le opere in mostra
Selezionate tra le migliaia di bozzetti, disegni, sculture di piccola e grande dimensione, oggi conservati presso la Fondazione “Pericle Fazzini”, sono visibili una cinquantina tra le opere più rappresentative del percorso di uno dei maggiori artisti italiani del XX secolo. Curata dallo storico dell’arte Alessandro Masi, in collaborazione con Roberta Serra e Chiara Barbato, l’esposizione romana ripercorre l’intera vita creativa di Pericle Fazzini, a partire dalle prime prove degli anni Trenta e Quaranta come “Donna nella tempesta” (1932) e “Il ragazzo con i gabbiani” (1940-46) fino ai bozzetti originali della “Resurrezione” della sala Pier Luigi Nervi in Vaticano, ultimo cantiere di un artista unico dopo la Cappella Sistina di Michelangelo.
Di particolare interesse sono poi la scultura monumentale del 1932, “Uscita dall’Arca”, con la quale il giovane Fazzini vinse la borsa di studio per il Pensionato Artistico Nazionale, il “Ritratto di Ungaretti” (1936; fusione 1987), il “Ritratto di Sibilla Aleramo” (1947) e la “Danza”, che lo vide protagonista alla Quadriennale romana del 1935.
La storia di Pericle Fazzini
La storia dell’artista marchigiano, autore tra i più apprezzati della “Scuola romana”, nato a Grottammare (AP) il 4 maggio del 1913 e morto a Roma il 4 dicembre del 1987, rimane tra le più alte testimonianze dell’arte sacra del ‘900. Il suo anelito alla bellezza come svelamento del Divino segna una svolta nella ricerca plastica contemporanea, traducendo il testo sacro delle Scritture in una forma dialogante tra Fede e Arte.
Figlio di un povero falegname piceno, Pericle Fazzini conobbe la sua fama grazie al poeta Mario Rivosecchi che lo introdusse negli ambienti della Roma dei Mafai, Scipione, Mazzacurati, Ziveri e della gallerista Anna Laetitia Pecci Blunt (Galleria La Cometa), che impressero una svolta all’arte in senso espressionista e antiretorico contro ogni forma d’arte di regime e celebrativa del fascismo.
Conservate nei maggiori musei di tutto il mondo, le sculture di Fazzini trovano spazio in importanti collezioni private e pubbliche come il Moma di New York, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Guggenheim Collection di Venezia, il Centre Pompidou di Parigi e il Momat di Tokyo.
Il catalogo
Un ricco e informato catalogo (De Luca Editore) riporta i testi di Alessandro Masi, Bruno Racine, Claudio Strinati, Salvatore Italia, Roberta Serra, e Chiara Barbato. Un vasto repertorio bibliografico e un supplemento di scritti antologici, curati dallo storico della lingua italiana Giulio Ferroni, arricchiscono la pubblicazione.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.