“Crisalide”, Fiorenzo Zaffina reinterpreta Amore e Psiche di Canova
Dal 9 febbraio all’11 marzo 2023, all’interno delle Celebrazioni del Bicentenario della morte di Antonio Canova, presso Canova22, sarà visitabile “Crisalide” di Fiorenzo Zaffina, a cura di Alberto Dambruoso

Dal 9 febbraio all’11 marzo 2023, all’interno delle Celebrazioni del Bicentenario della morte di Antonio Canova, presso Canova22, l’antica Fornace del Canova, sarà visitabile “Crisalide” di Fiorenzo Zaffina, a cura di Alberto Dambruoso.
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Amore e Psiche secondo Fiorenzo Zaffina
Il curatore, Alberto Dambruoso, presenta l’opera nel testo “Amore e Psiche secondo Fiorenzo Zaffina”:
“In occasione del bicentenario della morte del sommo scultore neoclassico Antonio Canova, un altro scultore – Fiorenzo Zaffina – gli rende omaggio reinterpretando una delle sue sculture più note ed apprezzate: Amore e Psiche.
Il tributo a Canova da parte di Zaffina viene tra l’altro compiuto proprio in uno dei luoghi cari al Canova per la creazione delle sue opere, ovvero all’interno della fornace in cui modellava i bozzetti in creta. Nel corso degli ultimi due secoli sono stati molti gli scultori che si sono ispirati ad Amore e Psiche, offrendo differenti versioni del mito raccontato da Apuleio nelle Metamorfosi, ma nessuno di questi prima di Zaffina si era spinto al punto da creare un d’après dell’opera trasparente.
Sì perché il gruppo scultoreo creato da Zaffina è costituito da dei blocchi di plexiglass sui quali l’artista è intervenuto scolpendo in negativo. Zaffina si è distinto negli ultimi trent’anni per un tipo di ricerca in cui ha saputo coniugare forme e modi della scultura classica con un approccio da archeologo del contemporaneo. Per anni lo scultore di origini calabresi ma romano d’adozione, ha scavato in pareti, muri, rocce facendo affiorare dalle crepe circuiti elettrici, computer e in generale elementi appartenenti alla civiltà tecnologica. […]
“Frammenti di Sé, del Sé collettivo, che s’integrano nella promessa d’un bacio”
Il classico e il contemporaneo sono quindi due poli sui quali l’artista ha da sempre incentrato la sua attenzione e che possiamo ritrovare pienamente anche in questa scultura: classico è il tema del racconto, classica o meglio neoclassica anche la forma ricavata dalla scultura del Canova ma contemporanea è sia la tecnica esecutiva, sia il materiale con il quale è stata plasmata. […]” Mentre Giuseppe Pansini nel testo in catalogo “Crisalide, d’Anima è corpo di Fiorenzo Zaffina”: “[…] Nell’opera di Fiorenzo Zaffina le figure non sono “blocchi” di pietra contrapposti ma diafani pensieri scavati, estratti dal profondo della sua, della nostra “Anima”. Sono frammenti di Sé, del Sé collettivo, che s’integrano nella promessa d’un bacio, d’un bacio d’Amore. Il bacio d’Amore che prende la finitezza d’ogni essere umano e la innalza, spiegando le sue ali, portandola sulle vette dell’eterna esistenza dei nostri multi-versi. […]”.
Chi è Fiorenzo Zaffina
Fiorenzo Zaffina, nato a Lamezia Terme, vive e lavora a Roma dal 1970. Dopo aver frequentato il liceo artistico nelle città di Reggio Calabria e Roma, consegue il diploma a Catanzaro. Tornato nella capitale prosegue l’attività espositiva, iniziata in Calabria, con una serie di collettive e due personali ricevendo premi e riconoscimenti. Si iscrive alla Facoltà di Architettura e continua gli studi presso l’Accademia di Belle Arti e la Scuola Libera del Nudo.
Nel 1993, quando prende parte al Premio Marche curato da Renato Barilli, ha già avviato una propria ricerca volta alla “dissezione” dei muri e alla conseguente rivelazione di anfratti, scenari segreti, realtà insondabili se non attraverso un gesto che, non finalizzato a ferire, contribuisce a creare una dimensione spaziale altra. Nel 2016, dopo quattro anni di sperimentazione su un nuovo materiale l’artista presenta per la prima volta in assoluto al Museo MAON di Rende (Cosenza), dei blocchi di plexiglass scavati, scoprendo ancora una dimensione.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.