Cultura “pop” – Il 3 agosto 1975 Pong è il primo videogioco domestico di sempre
Last Updated on 31/08/2023
Pong è uno dei primi videogiochi commercializzati, prodotto dalla Atari come arcade nel 1972. La sua versione domestica, costituita da una console da collegare al televisore, fu lanciata sul mercato dalla Atari il 3 agosto 1975

Pong (stilizzato PONG) è uno dei primi videogiochi commercializzati, prodotto dalla Atari come arcade nel 1972. Ė un simulatore di ping-pong, dalla grafica estremamente semplificata in bianco e nero. La sua versione domestica, costituita da una console da collegare al televisore, fu lanciata sul mercato dalla Atari il 3 agosto 1975.
Tutte le date “pop” e “memorabili” da ricordare su Uozzart.com
La modalità di gioco
Pong è un videogioco sportivo bidimensionale che simula in modo molto semplificato il tennistavolo. Il giocatore controlla una racchetta sotto la forma di una barra bianca che può muovere verticalmente lungo un lato dello schermo. È possibile giocare in singolo contro il computer o a due giocatori. L’obiettivo del giocatore è colpire una palla e rispedirla all’altra racchetta: il giocatore che non riesce a rispedire la palla concede un punto al suo avversario.
La versione domestica del videogioco
Successivamente nel 1978 la General Instruments lanciò una serie di circuiti integrati VLSI dedicati a questo genere di videogiochi, il più famoso dei quali è stato il modello AY-3-8500, che permise di abbassare notevolmente il costo di produzione del videogioco e di aumentarne di conseguenza la produzione di massa e diffusione casalinga.
Appassionato di arte, teatro, cinema, libri, spettacolo e cultura? Segui le nostre pagine Facebook, Twitter, Google News e iscriviti alla nostra newsletter
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.