I Nobel italiani per la letteratura – Luigi Pirandello e il “male di vivere”
Era l’8 novembre 1934 quando Luigi Pirandello, celebre drammaturgo, scrittore e filosofo italiano riceve il Nobel: “Per il suo coraggio e l’ingegnosa ripresentazione dell’arte drammatica e teatrale“

Era l’8 novembre 1934 quando Luigi Pirandello, celebre drammaturgo, scrittore e filosofo italiano riceve il Nobel per la letteratura, “Per il suo coraggio e l’ingegnosa ripresentazione dell’arte drammatica e teatrale”. Dopo Giosuè Carducci e Grazia Deledda, fu il terzo italiano a ottenere il prestigioso riconoscimento.
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Il “male di vivere” di Luigi Pirandello
Nato a Girgenti, oggi chiamata Agrigento, nel 1867, Pirandello è rinomato per la profondità delle sue opere, che spaziano dalla prosa al teatro, esplorando l’essenza dell’identità umana e la complessità della realtà. Le sue opere, come le Novelle per esempio, esplorano il “male di vivere” e presentano una gamma di personaggi comuni che lottano con la loro identità e il senso della realtà.
Il contrasto tra “intellettualità” e popolarità
Pirandello ha spesso affrontato critiche riguardo alla sua supposta “intellettualità”, ma è stato riconosciuto come uno degli autori più popolari della letteratura italiana per la sua capacità di catturare la vita in tutte le sue sfaccettature e la sua lotta nel dare forma a un flusso continuo di esperienze umane.
Le sue opere più celebri includono romanzi come “L’esclusa” e “Uno, nessuno e centomila”, ma è con “Il fu Mattia Pascal” che ha raggiunto l’immortalità letteraria. Il suo contributo più significativo al teatro è rappresentato dal capolavoro “Sei personaggi in cerca d’autore”, che è considerato un manifesto della sua poetica.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.