“Se domani non torno a casa distruggete tutto”, il significato delle parole di Elena Cecchettin
Last Updated on 22/11/2023
“Se domani non torno a casa distruggete tutto” è la frase condivisa su Instagram da Elena Cecchettin. Questa frase appartiene a una lettera del 2011 attribuita a Cristina Torre Cáceres…

“Se domani non torno a casa distruggete tutto” è la frase condivisa su Instagram da Elena Cecchettin, sorella di Giulia, del cui omicidio è accusato l’ex fidanzato Filippo Turetta. Elena Cecchettin aveva condiviso sui suoi canali social alcune frasi, una di queste appartiene a una lettera del 2011 attribuita a Cristina Torre Cáceres e indirizzata alla madre e che, stando a quanto scritto dalla rete tv Univision, era stata pensata sull’ondata di violenze contro le donne che attraversarono in quel periodo l’America Latina.
La lettera di Cristina Torre Cáceres indirizzata alla madre
In questa lettera, Cáceres immagina i vari modi in cui la madre potrebbe ritrovare il suo corpo, ma soprattutto denuncia la colpevolizzazione della vittima., Si legge, infatti, “Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, l’alcool nel sangue. Ti diranno che era giusto, che ero da sola”. Poi i versi finali: “Mamma, non piangere le mie ceneri. Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”.
Il testo integrale
Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma. Se non ti dico che vengo a cena. Se domani, non vedi arrivare il taxi. Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in una borsa nera.
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia. Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata. Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata. Mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata.
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, l’alcool nel sangue. Ti diranno che era giusto, che ero da sola. Che il mio ex psicopatico avesse delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria. Lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Lo giuro, mia cara mamma, ho urlato forte così come volavo alto. Lui si ricorderà di me, mamma, saprà che sono stata io a rovinarlo quando avrà di fronte il volto di tutte quelle che urleranno il mio nome. Perchè lo so, mamma, non ti fermerai.
Però, te lo chiedo per quello che ami di più al mondo, non trattenere mia sorella. Non rinchiudere le mie cugine, non privare di nulla le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia. Sono loro, saranno sempre loro.
Combatti per le loro ali, quelle ali che mi sono state strappate. Combatti per loro, che possano essere libere di volare più in alto di me. Combatti perché urlino più forte di me.
Possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io. Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.