L’incredibile storia di Wiltshire, giovane artista autistico, e i suoi ritratti di Roma
Last Updated on 19/11/2019
Si celebra oggi la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, voluta dall’Onu, giunta alla settima edizione. L’Autismo è una patologia psichica che, solo in Italia, coinvolge circa 550.000 persone e in Europa 5 milioni, ma non ci sono dati esatti. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) con una ricerca sulla diffusione dell’autismo negli Stati Uniti ha comunicato che ne sarebbe affetto un bambino su ogni 88 che ne nascono.
Ma chi pensa agli autistici come dei “ritardati” (parola che dovrebbe essere punibile legalmente) si sbaglia di grosso. Ce lo dimostra la bellissima storia di Stephen Wiltshire, artista britannico, conosciuto in tutto il mondo per la sua capacità di disegnare a memoria un paesaggio dopo averlo visto solo una volta.
La Macchina Fotografica Umana (Human Camera), così lo chiamano tutti, è autistico. Aveva appena tre anni quando la diagnosi gli è stata confermata. Poco dopo il padre è morto in un incidente in moto. Ancora oggi ha difficoltà a parlare. Eppure si esprime con i suoi disegni, con le sue tecniche, con la sua incredibile memoria. All’età di otto anni, incoraggiato dai maestri, ha iniziato a disegnare e a immaginare paesaggi urbani post-terremoto. Quando aveva dieci anni, Wiltshire ha iniziato a disegnare una lunga sequenza di disegni riguardanti le attrazioni di Londra, uno per ogni lettera: quello che egli chiama “London Alphabet”.
Tra il 1995 e il 1998 si laurea, e partecipa alla City and Guilds of London Art School di Kennington. Nel 2006, Wiltshire è diventato un Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico (MBE) per i servizi per l’arte. Nello stesso anno, ha aperto una galleria permanente sul Royal Opera Arcade di Londra.
Un grande uomo, un piccolo prodigio, insignito di importanti riconoscimenti e di titoli prestigiosi, di cui oggi vi propongo le sue opere riguardanti Roma. Il video che vedete qui, invece, è breve estratto dal film Beautiful Minds: A Voyage into the Brain, che documenta il lavoro di Wiltshire nella Caput Mundi. Dopo un breve viaggio in aereo l’artista si mette al lavoro e comincia a disegnare con una penna a gel nero su una tela concava il paesaggio della Capitale.
I commenti sono inutili, dinanzi a questo piccolo grande uomo, che insegna a tutti quanti noi, magari più fortunati di lui da alcuni punti di vista, che nella vita la passione, l’amore e l’entusiasmo non possono e non devono avere ostacoli. Né ora, né mai. Grazie.
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.