La street art italiana conquista New York
Last Updated on 27/01/2019
Dall’America all’Italia, dall’Italia all’America: tornare lì, dove questa forma d’arte urbana è nata negli anni Settanta, arricchita dal background culturale italiano. E’ questo il controverso destino di dieci artisti contemporanei, le cui opere offrono una panoramica variegata e sfaccettata della street art italiana. La mostra “From Street to Art” è in scena a New York fino al 20 agosto 2014: ad ospitare i lavori è proprio l’Istituto italiano di cultura che ha concesso i suoi spazi ai nomi e ai percorsi artistici che hanno contrassegnato questa forma artistica negli ultimi vent’anni.
I protagonisti della mostra di New York
Dagli spazi urbani al museo, dal museo agli spazi urbani: i dieci, Agostino Iacurci, Aris, BR1, Cyop&Kaf, Dem, Eron, Hitnes, Sten&Lex, Ufo5, 2501, sono accomunati da questo amore spasmodico nei confronti della strada, dall’approccio spaziale dell’opera e il suo relazionarsi con la città, ma hanno dissimili modi di dipingere e sostanziali differenze nei contenuti che esprimono. E, soprattutto, non hanno intenzione di abbandonare il loro stile per quello decisamente più classico, tipico delle sale museali.
Lo scopo è mostrare lo sviluppo di una nuova generazione di artisti italiani che condividono il titolo di Street Artist grazie ad una forte presenza urbana e all’approccio spaziale della loro opera, ma che hanno dissimili modi di dipingere e sostanziali differenze nei contenuti che esprimono, con equilibrio e maturità, anche in galleria.
L’idea è nata dal direttore dell’istituto, Fabio Troisi, e a curarla è Simone Pallotta, dal 2006 impegnato nella diffusione di Arte Contemporanea nello spazio pubblico. Al momento, è impegnato in SanBa2014, un nuovo ed ambizioso progetto di Arte Pubblica, focalizzato su un intero quartiere della periferia romana, San Basilio.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.