Io sono Mia, il biopic sulla grande Mia Martini
Last Updated on 09/05/2019
Il film su Mimì Bertè sarà nei cinema italiani solo il 14, 15, 16 gennaio. E andrà in onda a febbraio su Rai1 e on line su RaiPlay
Arriva Io Sono Mia, il biopic che racconta Mia Martini, una delle artiste più grandi della storia musicale italiana. Tanto brava quanto marchiata dall’infamia. Il film, che ripercorre la storia di Mimì Bertè con una sorta di collage temporale, sarà nei cinema italiani solo il 14, 15, 16 gennaio, distribuito da Nexo Digital. E andrà in onda a febbraio su Rai1 e on line su RaiPlay.

La storia parte nel 1989, l’anno in cui Mia Martini torna a Sanremo con “Almeno tu nell’universo”. Dopo anni di esilio causato dai pettegolezzi che la ritenevano iettatrice. Con la scusa di un’intervista rilasciata a una giornalista a poche ore dalla sua esibizione sul palco dell’Ariston, il racconto si allarga. Si parla del suo carattere difficile, dei suoi amori, dei suoi amici che hanno creduto in lei. Nonché dei suoi alti e bassi, umani e professionali. Poco approfondito, ahimè, il rapporto col padre. E il copione della sorella Loredana si limita a quattro parolacce e a tre esclamazioni.
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La recensione di Io sono Mia, il film su Mia Martini
Certo, non si può raccontare tutto. L’arco narrativo, infatti, è più o meno quello compreso tra gli anni Settanta e Ottanta. Rivisitata anche la storia d’amore con Ivano Fossati e l’amicizia con Renato Zero, che qui assumono nuovi nomi e nuovi volti. Per scelta di questi cantanti, perché non volevano essere nominati. Mentre Andrea, il fotografo con cui intreccia una intensa love story, è un personaggio “abbastanza” inventato. In compenso Serena Rossi ha offerto un’ennesima e ottima performance recitativa e canora, nonostante non si potesse mai eguagliare il carisma di Mimì.
E’ la stessa Serena a precisare: “Non ho voluto imitarla: non sarebbe stato possibile e neanche giusto, sarebbe stato sterile e privo di anima”. Piacevolmente colpita dal lungometraggio la stessa Bertè: “Serena ha preso delle cose specifiche di Mimì, che in pochi conoscevano: come si muoveva, i suoi scatti, la sua malinconia e il dolore che provava dentro ma che non dimostrava spesso”.
Ne risulta un prodotto altamente godibile, importante e interessante, seppur con qualche scelta tecnica e stilistica discutibile, che propone “alle masse” Mia. Nel bene e nel male. Chi non la conosce ne rimarrà piacevolmente colpito, ma chi ha avuto il piacere di viverla durante i suoi anni e con tutte le sue canzoni, forse potrebbe rimproverare qualche gap a livello di scrittura. Che, forse, potrebbe non rendere giustizia alla sua incredibile intensità e profondità, sia da un punto di vista umano che artistico. Ma se è un modo per far rivivere il suo mito e la sua intensità, allora ben venga. Tutti al cinema.

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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.