Instant family, Mark Wahlberg e Rose Byrne in una commedia sulle adozioni
Last Updated on 19/11/2019
Instant family è la commedia autobiografica del regista Sean Anders che parla del tema dell’adozione in chiave ironica. Nelle sale italiane dal 21 marzo.
Instant family è la nuova commedia del regista Sean Anders che parla del tema dell’adozione in chiave ironica. Il film ha come protagonista la coppia composta da Mark Wahlberg e dalla bravissima attrice australiana Rose Byrne. Inoltre vanta la partecipazione del premio Oscar Octavia Spencer.
I due protagonisti sono una coppia, ‘imperfetta’ nel loro essere normale, che non ha mai pensato di mettere su famiglia. Poi, quando decidono di adottare un figlio, si trovano a doverne gestire addirittura tre, compresa una ragazza adolescente problematica. Pete ed Ellie, che all’inizio erano pieni di timori, si trovano catapultati nel mondo delle adozioni che cambierà per sempre le loro vite. Uscita nelle sale italiane il 21 marzo. Durata 108 min.

La trama di Instant Family
Pete (Mark Wahlberg) ed Ellie Wagner (Rose Byrne) sono una coppia sposata da anni che non aveva mai pensato di avere figli. Poi decidono di adottarne uno, e si rivolgono a un istituto che ospita bambini e adolescenti senza famiglia. Contrariamente alla loro idea iniziale, accolgono in casa per un periodo di prova l’adolescente Lizzie. La ragazza ha però due fratelli minori, Juan e Lita. Quindi la coppia si trova a dover gestire tre ragazzi di età completamente diversi.
Tra gag esilaranti e goffi tentativi da neo genitori, Pete ed Ellie conquistano a poco a poco l’affetto dei piccoli Juan e Lita, pur avendo dei contrasti con la ribelle Lizzie. E quando la madre naturale dei tre ragazzi, dopo anni passati tra prigione e clinica di disintossicazione, richiede a un giudice la custodia dei figli, Pete ed Ellie rischiano di perdere la loro nuova famiglia. Ma alla fine i tre ragazzini, compresa la problematica Lizzie, capiscono di essere nella famiglia giusta.

Il nostro commento
Instant family, film scritto e diretto da Sean Anders (Come ammazzare il capo, Daddy’s home) è una commedia divertente ed emozionante allo stesso tempo che parla del mondo delle adozioni. La sceneggiatura autobiografica (infatti il regista si è ispirato alla sua vicenda personale di adozione, insieme alla moglie Beth Anders, di tre ragazzi ispanici) racconta in chiave satirica le difficoltà e il bello di diventare genitori. Non in modo naturale, ma attraverso l’atto più altruistico che una persona possa fare: l’adozione.
Il regista, con sagace ironia, delinea tutto ciò che comporta il donare una casa, un’istruzione, l’affetto, un futuro, una famiglia a chi non ce l’ha più o forse non l’ha mai avuta. Frustrazioni, timori, pentimenti, piccole conquiste, fiducia e amore nato giorno per giorno. E’ un continuo dare e ricevere. Ma non è forse questo l’essere genitori?
Tra catastrofi e conquiste
Perfetta la coppia formata da Mark Wahlberg, che già in passato ha lavorato con il regista nei due ‘Daddy’s home’, e Rose Byrne, impersonano perfettamente una famiglia americana atipica che, tra pallonate in faccia, catastrofi domestiche e piccole conquiste, regalano emozioni. Facendo breccia, pian piano, nel cuore dei tre. Ma il nucleo principale resta il rapporto con l’adolescente Lizzie (Isabela Moner) che si mostra al contempo ribelle e desiderosa d’affetto. Non passa inosservata, ovviamente, l’interpretazione dell’attrice premio Oscar Octavia Spencer, la quale regala momenti di grande ironia e riflessione.
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Classe 1988, consulente di comunicazione. Dopo la maturità classica e la laurea in Legge ho iniziato a lavorare come ufficio stampa presso la Fondazione Ducci, per poi intraprendere la carriera nelle pubbliche relazioni e nella organizzazione di eventi. Fin da piccolo sono sempre stato una persona molto curiosa e questo mi ha portato ad appassionarmi ad ogni forma di arte. Amo la letteratura russa (Dostoevskij, Tolstoj, Bugalkov) e l’arte classica. E ho una passione per il cinema americano (Martin Scorsese, Woody Allen, Clint Eastwood) e francese (Xavier Dolan, Denis Villeneuve).