Il “Nemico del popolo” di Massimo Popolizio all’Argentina: la recensione
Last Updated on 09/05/2019
Un nemico del popolo di Henrik Ibsen: è la nuova sfida firmata da Massimo Popolizio, in scena al Teatro Argentina sino al 28 aprile
Un nemico del popolo di Henrik Ibsen: è la nuova sfida firmata da Massimo Popolizio, anche in scena, per indagare i temi del potere, della corruzione, della responsabilità etica per l’ambiente. L’opera del drammaturgo norvegese, in scena sino al 28 aprile presso il Teatro Argentina di Roma, assume dal nostro “oggi” una inedita forza comunicativa, senza ridursi a un mero atto di accusa contro la speculazione. E non cessa di raccontare, con spietata lungimiranza, il rischio che ogni società democratica corre quando chi la guida è corrotto, e quando la maggioranza soggiace al giogo delle autorità pur di salvaguardare l’interesse personale.
Un conflitto politico e morale contrappone nella vicenda due fratelli. Ossia il medico che scopre l’inquinamento delle acque termali della sua città, contrapposto al fratello-sindaco, politicamente insabbiatore, che tenta invano di convincerlo che la sua denuncia porrà fine ai sogni collettivi di benessere.

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Il nostro commento
Nel gennaio 1849 al teatro Argentina viene rappresentata per la prima volta La Battaglia di Legnano, opera lirica di ispirazione patriottica scritta dal grande Verdi, in un periodo di grande entusiasmo politico, e che si dice diede il “la” all’approvazione del Decreto Fondamentale che dichiarò il potere del papato decaduto per attuare come forma di governo la democrazia nella nascente repubblica. Quello stesso entusiasmo che coglie lo spettatore al termine di Un Nemico del Popolo, in scena al teatro Argentina di Roma fino al 28 Aprile, per la meravigliosa regia di Massimo Popolizio.
“Un’orchestra di caratteri sopra le righe”
“L’importante in un’opera teatrale è l’azione, è la vita”. Parole queste dello stesso Ibsen che combaciano perfettamente con l’opera autoriale compiuta nel testo. In questa versione teatrale, cinica quanto comica, l’attore /regista Popolizio, sembra proprio essersi divertito a ricreare un lavoro di insieme con il resto del cast. Un’orchestra di caratteri sopra le righe, personaggi impattanti nelle movenze e nel modo di esporre la battuta che arriva sempre con una tagliente, ironica e veritiera sentenza. La piece è di situazione.
Lo stabilimento termale e l’inquinamento delle sue acque sono il perno della vicenda, a cui ruotano attorno personaggi di una media borghesia non molto lontana dai giorni nostri. Un testo che non lascia spazio, come spesso accade nell’autore, a tormenti psicologici. Ma che gioca sulla forza d’espressione di un ideale radicato che porta il nome di verità. Un concetto su cui ampiamente si discute durante lo spettacolo e che viene sviscerato in più e più modi. Una verità al servizio del benessere e non della giustizia.

Due fratelli a confronto
Il credo del Dottor Tomas Stockmann, un uomo simpatico e forte interpretato da Massimo Popolizio, è solidissimo nel cuore e nell’intelletto ed entra in rotta di collisione con i modi infimi e subdoli del fratello, il sindaco Peter Stockmann, interpretato magistralmente da una stupenda Maria Paiato. Il gioco attoriale qui è perfetto. Tutti gli interpreti partecipano alla rappresentazione come protagonisti della storia e affermano la loro presenza in scena con interpretazioni grottesche ma emancipate. Senza scivolare mai nel macchiettistico. Il ritmo è incalzante e lascia di continuo spazio alla curiosità del dopo. Tutto risulta coinvolgente.
L’impianto scenico firmato da Marco Rossi e il suono curato da Maurizio Capitini fanno immergere lo spettatore in un’atmosfera “America rurale”.
Il nemico del popolo è amico della verità, troppe volte travisata e manipolata, specialmente ai giorni nostri. Il testo Ibseniano sembra quasi scritto “domani” per questioni odierne e risulta essere potente e pungente proprio per questa ragione. Ogni parola verbalizzata dagli interpreti sembra un oracolo per il futuro che è semplicemente oggi. La brutalità della scena dell’assemblea è l’emblema del degrado di questi anni, in cui la “ragione” che mette piacevolmente le mani al portafoglio ha sempre la meglio sulla giustizia.
“Uno spettacolo che ti sbatte in faccia la realtà di un paese che si lamenta ma che non reagisce”
Ma chi si ritiene tanto forte da poter combattere per essa è destinato ad essere odiato e a rimanere solo. Ci si pone al di sopra di Dio che ha fatto le leggi per gli uomini e gli ha donato un cuore, ci si mette su un pulpito a gridare decreti e a giudicare il prossimo. La maggioranza ha la meglio su una minoranza di odiati. Una forza che decide ma che non ha mai ragione. Perché “sulla faccia della terra, gli imbecilli costituiscono l’enorme maggioranza” .
Un Nemico del Popolo è uno spettacolo che sbatte in faccia la realtà di un paese che si lamenta ma che non reagisce perché non osa, uno spettacolo che ridona al teatro una funzione sociale e che denuncia a gran voce colpe e colpevoli vicinissimi. Ma quale uomo o donna, vorrà camminare verso il tramonto con la propria integrità morale e intellettuale, per diventare un solitario eroe nemico della maggioranza?
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Siciliana, anno 1984 . Ho sempre fatto qualcosa inerente l’arte. Danza fino a 20 anni per poi innamorarmi del canto e della recitazione. Ho frequentato l’istituto d’arte della mia città, diventando decoratrice pittorica. Mi specializzo nelle arti performative frequentando una scuola di musical, un’accademia di recitazione. Infine conseguo la laurea alla Sapienza, sempre in teatro. Attualmente sono un’attrice, cantante e regista teatrale; ma non si sa mai! Non si smette mai di imparare, mai.
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