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Red Joan, la storia di spionaggio con Sophie Cookson e Judy Dench: la recensione

Last Updated on 19/11/2019

Il pluripremiato Trevor Nunn torna sul grande schermo con ‘Red Joan’, un film drammatico tratto dal romanzo “La ragazza del KGB” di Jennie Rooney

Red Joan
Red Joan

Il pluripremiato Trevor Nunn torna sul grande schermo con Red Joan, un film drammatico tratto dal romanzo “La ragazza del KGB” di Jennie Rooney. che narra la vera storia di Joan Stanley. Questa donna anziana, che vive nella periferia di Londra e si divide tra il giardinaggio e il ruolo di nonna, per oltre 40 anni, fin dalla seconda Guerra Mondiale, ha tenuto segreta la sua doppia vita da spia della KGB.

Quella raccontata dal regista non è una semplice storia di spionaggio, ma la vita di una donna che arriva a fare l’informatore non tanto per per ideologia politica, ma per salvare il mondo dall’autodistruzione. Joan viene interpretata magistralmente, nei diversi periodi della vita che vanno dal conflitto mondiale fino ai giorni nostri, da due grandi attrici: la talentosa Sophie Cookson e l’intensa Judy Dench. Uscita del film 9 maggio 2019. Durata 105 min.

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La trama di Red Joan

In una mattinata dell’anno 2000 la tranquilla vita di una pensionata, Joan Stanley, viene sconvolta dall’MI5 che la arresta con l’accusa di spionaggio e alto tradimento ai danni della Corona. Secondo l’MI5 la donna avrebbe consegnato segreti militari all’Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel serrato interrogatorio che segue l’arresto emergerà, dopo oltre 40 anni, la vera identità dell’ “Agente Lotto”. Ma soprattutto, le ragioni che la mossero a tradire.

Nella stanza dell’interrogatorio a sostenerla c’è il figlio Nick, un avvocato della Corte Suprema. Lui, determinato a riscattare il nome della madre, si trova invece a scoprire una vita di menzogne dovute alla doppia vita della madre.

Cambridge 1938. Joan, studentessa di fisica, si innamora dell’affascinante Leo Galich, giovane comunista, che le farà vedere il mondo sotto una nuova luce. Assunta poco dopo in una struttura di ricerca nucleare top secret, durante la Seconda Guerra Mondiale, Joan si rende conto che la distruzione totale sta divenendo pericolosamente attuale. Joan deve scegliere se tradire il proprio paese ed i propri affetti oppure salvarli.

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Red Joan

Il nostro commento

Il regista inglese Trevor Nunn, dopo essere stato rapito dal romanzo di Jennie Rooney, decide di portare sul grande schermo la straordinaria storia di Joan Stanley con grande maestria ed eleganza.

La storia è ambientata in 3 diversi periodi storici: prima, durante e dopo la guerra. Il regista, nel raccontare la straordinaria doppia vita di questa donna che per oltre 40 anni ha nascosto di essere una spia sovietica, cura ogni minimo dettaglio. Nulla è lasciato al caso, dalle inquadrature alle luci, fino all’alternarsi dei flashback, che rendono tutto più concreto.

I costumi che attraversano tre epoche evidenziano anche la trasformazione personale della donna. All’inizio semplice e ingenua studentessa, poi con il certificato in Fisica (perchè all’epoca le donne non potevano prendere una laurea come gli uomini). Infine, quando inizia a lavorare, più matura e sofisticata.

Nunn afferma: “Cambridge ha un ruolo fondamentale nella storia. Quell’ethos, il fatto che ci fossero molti comunisti, appassionati, e idealisti a Cambridge, è importante per raccontare questa storia. Ma quasi altrettanto importante è capire che c’era una separazione tra le giovani donne e gli uomini, una sorta di rigidità morale che proveniva da quell’istituzione”.

Sicuramente interessante il messaggio che il regista vuole far passare: Joan si trova a fare la spia per i Sovietici non per le ideologie del comunismo ma perché, scioccata dagli effetti della bomba, promette a se stessa qualsiasi cosa per evitare che altre persone morissero. L’interpretazione intensa e potente del premio Oscar Judi Dench rende più autentico questo dilemma morale, umano, politico. E porta lo spettatore a interrogarsi se la scelta di Joan è stata giusta o sbagliata.

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