Il grande cinema a Roma: “L’odore della notte” di Claudio Caligari
Secondo film di Claudio Caligari, L’odore della notte è una stora vera, ambientata in una Roma cupissima, con Valerio Mastandrea, Marco Giallini e Giorgio Tirabassi

Dopo il successo di critica di Amore Tossico, nel 1983, la carriera di Claudio Caligari sembrava dovesse spiccare il volo, invece una serie di problemi di distribuzione della pellicola e di progetti mai decollati costrinsero il regista piemontese ad attendere 16 anni per poter realizzare il suo secondo film.
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La trama del film
“L’illegalità era il mio mestiere. Uscivo spinto da qualcosa di furioso che mi soffiava alle spalle, affamato di prede e violento come un animale che non ha abbastanza spazio”. È il protagonista Remo Guerra (Mastandrea) che parla, nei primi secondi del film, descrivendo le notti passate in giro per la capitale in cerca di vittime da pestare e rapinare, in compagnia dei suoi complici.
Remo di giorno è un poliziotto, ma di notte passa dall’altra parte della barricata, spinto dalla rabbia e dalla voglia di rivalsa nei confronti di chi, nella vita, ha avuto più fortuna di lui. La sua, in un certo senso, è una lotta di classe: ogni notte esce dalla borgata e punta ai quartieri alti, ai signori in Mercedes e alle signore impellicciate, e, pistola alla mano, chiede “un po’ di roba per me”.
“Io ero in guerra” dice il protagonista, ma è una guerra combattuta male e ad armi impari e non porterà nulla di buono.

Roma e L’odore della notte
A differenza dei suoi altri due film, per L’odore della notte Claudio Caligari si allontana da Ostia e si addentra nelle strade e nelle case di Roma, alternando le borgate ai quartieri alti. Se per mostrare la borgata in cui vivono Remo e la sua banda si è principalmente concentrato in zona Casilina e Tor Pignattara, per i quartieri più lussuosi ha scelto le piazze e le ville dei quartieri Coppedè, Collina Fleming, Aventino, Palatino.
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Il nostro commento
Ispirato al libro del giornalista Dido Sacchettoni, “Le notti di arancia meccanica”, L’odore della notte è un noir sopra le righe e fortemente influenzato dei poliziotteschi degli anni ’70. È un film politico, ma anche una grande dichiarazione d’amore di Caligari al cinema di Scorsese, in particolare a Taxi Driver, di cui il regista omaggia almeno un paio di scene, e forse da cui prende spunto anche per la vena ironica, quasi comica, di alcune situazioni, come ad esempio il divertente cameo di Little Tony che, pistola alla tempia, canta Cuore Matto.
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Mio padre è Andrej Tarkovskij, mia madre è Sarah Connor. Onnivora di cinema, ho imparato a memoria IMDB. Vorrei vivere dentro “L’Eglise d’Auvers-sur-Oise” di Van Gogh, essere fotografata da Diane Arbus e scolpita da Canova. Vorrei che Hemingway scrivesse di me, che Hendrix mi dedicasse una canzone e che Renzo Piano mi intitolasse un grattacielo. Per quest’ultimo sono ancora in tempo.
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