Premio Strega 2019: vince Antonio Scurati con “M. Il figlio del secolo”
Last Updated on 05/07/2019
Antonio Scurati vince il Premio Strega 2019: il suo romanzo storico ‘M. Il figlio del secolo’ (Bompiani) ha conquistato 228 voti

Antonio Scurati vince il Premio Strega 2019: il suo romanzo storico ‘M. Il figlio del secolo’ (Bompiani) ha conquistato 228 voti. Secondo e terzo posto rispettivamente per Benedetta Cibrario, con ‘Il rumore del mondò (Mondadori) con 127 voti, e Marco Missiroli con ‘Fedeltà’ (Einaudi) con 91 voti. A seguire Claudia Durastanti con ‘La straniera’ (La nave di Teseo), quarta con 63 voti, e Nadia Terranova con ‘Addio fantasmì (Einaudi), quinta con 47 voti.
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Antonio Scurati, Benedetta Cibrario e Marco Missiroli sul podio
La serata finale della 73esima edizione dell’ambito premio letterario nazionale si è svolta presso lo storico salotto Ninfeo di Valle Giulia a Roma. A condurre l’evento Pino Strabioli e Piera Degli Esposti. L’edizione 2019 dello Strega si era aperta lo scorso 17 marzo all’auditorium del Parco della musica di Roma con l’annuncio della dozzina finalista scelta dagli ‘Amici della domenica’, la storica giuria del premio, tra ben 57 titoli. Da dodici, poi, si è passati alla classica cinquina finalista.
La treama di M. Il figlio del secolo
L’opera di Scurati s’intitola ‘M. Il figlio del secolo’ (Bompiani): racconta la nascita del fascismo in Italia – la ‘M’ sta proprio per Mussolini -, non tralasciando nessun dettaglio decisivo alla comprensione della Storia, attenendosi ai fatti documentati. “Il libro racconta quel periodo che va dal 23 marzo 1919, giorno in cui furono fondati i Fasci italiani di combattimento, al 3 gennaio 1925, data del discorso con cui inizia la dittatura” spiega l’autore ricordando che è il primo romanzo storico di una trilogia.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.