Roma – Medardo Rosso in mostra da ottobre a Palazzo Altemps
Aprirà il 9 ottobre, sino al 2 febbraio, la nuova mostra del Museo Nazionale Romano Palazzo Altemps, “Medardo Rosso”, in piazza di Sant’Apollinare 46. A cura di Francesco Stocchi e Paola Zatti

Aprirà il 9 ottobre, sino al 2 febbraio, la nuova mostra del Museo Nazionale Romano Palazzo Altemps, “Medardo Rosso”, in piazza di Sant’Apollinare 46. A cura di Francesco Stocchi e Paola Zatti. L’esposizione propone una riflessione ampia sulla scultura, che potrà avvalersi dell’accostamento delle opere di Medardo con alcuni dei massimi capolavori della classicità custoditi nel Museo di Palazzo Altemps.
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Le opere in mostra a Palazzo Altemps
L’esposizione, nelle sale del primo piano, non prevede un percorsocronologico ma tematico, attraverso alcuni dei soggetti trattati dell’artista di cui verranno presentate differenti versioni. In una scelta determinata da ragioni non solo iconografiche, ma soprattutto compositive e tecniche. La straordinaria originalità di Rosso nello sperimentare utilizzi assolutamente inediti dei materiali e la conseguente varietà della resa materica saranno restituite attraverso la selezione di opere in cera, gesso e bronzo, i materiali a lui congeniali nella resa di quello che egli stesso definì “spazio fuggitivo della frazione di un secondo”.
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Medardo Rosso, tra fotografie e sculture
Saranno esposte anche le fotografie di Rosso. Infatti a partire soprattutto dalla fine dell’Ottocento, la fotografia assume per l’artista il senso di una ricerca autonoma e compiuta. Una parte integrante e insostituibile di un incessante lavoro di ripresa di poche immagini che ha un equivalente in quella continua rielaborazione delle sculture da lui ideate entro i primi anni del Novecento che caratterizza gli ultimi decenni della sua carriera. La fotografia era per Rosso occasione di uno studio sulla materia e sulla luce, ormai svincolato dal confronto col vero.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.