Le bellezze di Roma: la Cisterna delle Sette Sale
L’acqua necessaria al funzionamento delle Terme di Traiano veniva immagazzinata nella gigantesca cisterna nota fin dal medioevo con il nome di Sette Sale

L’acqua necessaria al funzionamento delle Terme di Traiano veniva immagazzinata nella gigantesca cisterna nota fin dal medioevo con il nome di Sette Sale, alimentata da un apposito ramo di acquedotto proveniente dall’Esquilino. Essa si è conservata quasi perfettamente ai margini del Parco, con accesso in via delle Terme di Traiano.
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La cisterna riusciva a contenere oltre otto milioni di litri di acqua
Benché l’orientamento, diverso da quello delle Terme, avesse in passato fatto pensare ad una sua pertinenza alla Domus Aurea, la cisterna nasce insieme all’edificio termale, come provano i numerosi bolli laterizi rinvenuti nelle sue murature, databili ad età traianea. La costruzione è disposta su due livelli, ciascuno formato da nove ambienti paralleli, larghi oltre 5 metri e di lunghezza variabile da 30 a 40 mt.
L’edificio fu costruito parzialmente incassato nel terreno, in modo che la parete posteriore e le due laterali fossero in parte coperte e contrastate dal terrapieno. Mentre la parete frontale rettilinea era in vista, con nicchie alternativamente rettangolari e semicircolari. Nelle nicchie del piano superiore si aprivano dei finestroni per l’aerazione. Invece in quelle inferiori si trovavano i condotti per l’uscita dell’acqua, che sfociava in un grande collettore.
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Da cisterna a luogo di sepoltura: vi sono stati rinvenuti più di mille scheletri
Gli ambienti destinati a conservare l’acqua avevano una capacità di oltre 8 milioni di litri. Essi presentano le pareti e il pavimento rivestite di intonaco idraulico, e comunicano tra loro tramite un sistema di aperture disposte su assi diagonali. Uno degli ambienti della cisterna, dopo aver cessato la sua funzione (V secolo d.C.), è stato utilizzato come luogo di sepoltura. Vi sono stati infatti rinvenuti al momento dello scavo (1967) più di mille scheletri.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.