Il Villino Ximenes, il primo esempio di architettura liberty a Roma
Nel quartiere Nomentano rifulge una ricca e inusuale abitazione, una delle più importanti testimonianze dell’Art Nouveau italiana, fortemente voluta dall’illustre artista Ettore Ximenes.

Lungo il noto viale Regina Margherita si apre piazza Galeno, la quale ospita un’elegante quanto rara residenza, il Villino Ximenes. Si tratta di una costruzione voluta da Ettore Ximenes, illustre artista di origine siciliana vissuto a cavallo tra il XIX e il XX sec. Edificata nel 1902, essa è frutto del progetto di Ernesto Basile e Leonardo Paterna Baldizzi, mentre l’impianto decorativo, interno ed esterno, fa capo al committente stesso.
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L’architettura di Ettore Ximenes
Il corpo principale dell’edificio si contraddistingue per la sua forma quadrangolare. Il principale materiale impiegato è il tufo siciliano brunito. Decorano la struttura stucchi e mattonelle in ceramiche a fantasia vegetale e floreale stilizzata. Salta sicuramente all’occhio il grande fregio che ne percorre l’intero perimetro. L’elemento ornamentale in questione rappresenta una processione di artisti che hanno lavorato a Roma; essi circondano un’Ara Artium. Nella grande loggia centrale si può invece ammirare un affresco di Madonna con bambino, opera della pittrice Rosanna Lancia. Internamente, l’ingresso principale presenta affreschi di stile medievaleggiante, con ghirlande e striscioni; nella parte inferiore, le pareti sono rivestite di broccato; tutt’intorno si susseguono sedili lignei.
Gli ambienti e i soggetti
Il salone, marcato anch’esso in due da un fregio, offre al visitatore il consueto impianto decorativo a motivi floreali in stucco e gesso; colpisce il soffitto a cassettoni dipinto e la teoria di illustri personaggi, tra i quali Gian Lorenzo Bernini, papa Urbano VIII, il cardinale Mazzarino e un busto di Luigi XIV di Francia. L’ambiente più sontuoso è sicuramente la sala da pranzo, nella quale Ximenes ha dato prova di tutto il suo estro creativo.
Ecco affastellarsi cuoi incisi alle pareti; elementi decorativi floreali che creano un effetto mosaico-dorato; pezzi di arredo ricercato, dalle forme raffinate, con elementi architettonici in bronzo e un fregio dipinto su carta che occupa tutta la parte alta del vano. Quest’ultimo ha per soggetti raffigurazioni legate alla diversità del cibo nelle varie stagioni. Sul soffitto figure muliebri danzanti trattengono una corona di fiori. Una grande inferriata in ferro battuto dà luce a tutta la sala, creando un’atmosfera suggestiva.
Ettore Ximenes, il proprietario
Ettore Ximenes (Palermo, 1855 – Roma, 1926), discende da una nobile famiglia di origine spagnola. Suo padre è un calligrafo e miniaturista; sua madre, invece, Giulia Tolentino, è imparentata con il patriota risorgimentale Camillo Finocchiaro Aprile. Dopo aver frequentato per un periodo l’Accademia di Belle Arti di Palermo, il giovane si trasferisce a Napoli. Entra in contatto con V. Ragusa, D. Morelli, V. Gemito. Successivamente si sposta a Firenze, dove rimane affascinato dall’arte rinascimentale. Dopo un viaggio a Parigi, è direttore dell’Istituto d’arte di Urbino. Dal 1911 al 1926 lavora quasi esclusivamente per l’estero. Le sue statue si distinguono per la forte impronta realistica che perseguono. Predilige soggetti mitologici e religiosi. Nel corso della sua carriera svolge anche l’attività di illustratore. Aderisce alla Massoneria; nel 1915 vien elevato Maestro nella Loggia “Universo” di Roma. Muore il 20 dicembre 1926. Le sue spoglie riposano nel cimitero monumentale del Verano.
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Ivan Caccavale, classe 1991, storico e critico d’arte. Attratto da forme, colori e profumi sin da bambino, mi sono formato presso il liceo classico. Ho imparato che una cosa bella è necessariamente anche buona (“kalòs kai agathòs”).
Come affermato dal neoplatonismo, reputo la bellezza terrena un riverbero della bellezza oltremondana. Laureato in studi storici-artistici, mi occupo di editoria artistica.
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