Rione Regola, la chiesa di San Girolamo della Carità custodisce l’unica opera romana di Filippo Juvarra
Non lontano da piazza Farnese, la chiesa di San Girolamo della Carità risplende per le sue decorazioni e l’importanza degli artisti che vi lavorarono. Da Rainaldi a Virgilio Spada e Borromini, da Domenichino a Juvarra.

Non lontano da piazza Farnese, la chiesa risplende per le sue decorazioni e l’importanza degli artisti che vi lavorarono: da Rainaldi a Virgilio Spada e Borromini, da Domenichino a Juvarra.
La storia della Chiesa di San Girolamo della Carità
La leggenda vuole che l’edificio sacro sia stato costruito nel IV secolo sull’area in cui sorgeva la casa della matrona Paola, di cui S. Girolamo fu ospite. Egli fu chiamato a Roma da Papa Damaso per la traduzione, l’interpretazione ed il commento della Bibbia e per averne l’aiuto, insieme con quello del Vescovo di Milano Ambrogio, per combattere ed eliminare l’arianesimo.
Nel convento adiacente, dal 1551 al 1583, aveva abitato S. Filippo Neri. A partire dal XVI sec. le dinamiche che riguardano la chiesa sono strettamente intrecciate con quelle dell’Arciconfraternita della Carità, nei cui archivi è restituita la storia di una benemerita istituzione. Nel 1654 la chiesa fu poi ricostruita da Domenico Castelli.

La descrizione
S. Girolamo della Carità vanta una facciata di Carlo Rainaldi. Ha una pianta a navata unica, coperta da un sontuoso soffitto ligneo intarsiato. L’altare maggiore ospita una copia de “l’ultima comunione di S. Girolamo” del Domenichino, conservata presso la Pinacoteca Vaticana. Il suo precedente storico è la tela omonima di Agostino Carracci.
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La cappella Spada
Attira l’attenzione la prima cappella sulla destra, la cappella Spada, realizzata da Virgilio Spada in collaborazione con Francesco Borromini. Essa è separata dal resto della chiesa da due angeli inginocchiati reggi-cortina, opera di Antonio Giorgetti. Le due figure hanno ali di legno; quelle dell’angelo di destra ruotano su cardini, per consentire l’accesso all’ambiente.
Spiccano, poi, i due esponenti di maggior rilievo della famiglia Spada (Giovanni Spada e Bernardino Lorenzo Spada), adagiati su di un divanetto, come se riposassero nella loro stanza; tutta la cappella, infatti, tende a rappresentare un luogo intimo e famigliare.
Al centro della parete di fondo, una Madonna con Bambino di ambito senese, circondata da una corona di alloro e foglie di palma. L’opera è corredata da sei ovali con busti in marmo bianco, ritraenti antenati della famiglia. Mirabile, in tutto il vano, il gioco creato con il diaspro venato. Esso prende le forme di un panno damascato ricamato a fiori, foglie di acanto, fiori di lillà, stelle e spade, simboli del casato omonimo, e invade tutto l’ambiente, dalle pareti, all’altare fino al pavimento.

La cappella Antamoro
Parimenti meritevole di interesse è la cappella Antamoro (1708-1710), l’unica opera realizzata dal celebre Filippo Juvarra a Roma. Essa ospita una statua marmorea di S. Filippo di Pierre Legros, artista che ha lasciato traccia del suo operato nella Chiesa del Gesù, in S. Andrea al Quirinale, in S. Ignazio di Loyola e nella basilica di S. Pietro. Il simulacro è affiancato da una serie di rilievi in stucco con scene della vita di S. Filippo Neri. Sul pavimento è leggibile l’epigrafe del committente dell’opera, Tommaso Antamori (1671 -1751), avvocato concistoriale. Particolare impatto scenografico risulta dall’insieme degli effetti di luce e delle cromie dei vari marmi impiegati.

Tutte le info
Indirizzo: via Monserrato, 62 a, Roma
Ingresso: libero.
Orari di visita: tutte le domeniche, dalle 10 alle 13
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Ivan Caccavale, classe 1991, storico e critico d’arte. Attratto da forme, colori e profumi sin da bambino, mi sono formato presso il liceo classico. Ho imparato che una cosa bella è necessariamente anche buona (“kalòs kai agathòs”).
Come affermato dal neoplatonismo, reputo la bellezza terrena un riverbero della bellezza oltremondana. Laureato in studi storici-artistici, mi occupo di editoria artistica.