A lezione di ikebana, il video di Silvana Mattei e le origini di quest’arte
Tenuta in occasione della mostra “Geisha, l’arte, la persona”, il Museo delle Civiltà ripropone una lezione di ikebana, l’arte giapponese di disporre i fiori secondo i ritmi e le forme della natura. Ma in cosa consiste questa affascinante arte?

Tenuta in occasione della mostra “Geisha, l’arte, la persona”, il Museo delle Civiltà ripropone sul suo canale video la lezione di ikebana, l’arte giapponese di disporre i fiori secondo i ritmi e le forme della natura. A cura di Silvana Mattei.
In cosa consiste l’arte dell’Ikebana
Ikebana è un termine giapponese che si riferisce all’arte della disposizione dei fiori recisi, anche nota con il nome più desueto di kadō. La traduzione letterale della parola ikebana è “fiori viventi”, “portare il fiore alla vita”, ma l’arte dei fiori può essere anche indicata come kadō, cioè “via dei fiori”, intendendo cammino di elevazione spirituale secondo i principi dello Zen.
Le origini di quest’arte risalgono al VI secolo d.C., al periodo in cui il buddhismo, attraverso la Cina e la Corea, penetrò nell’arcipelago nipponico introducendovi, fra le altre, l’usanza delle offerte floreali votive. In origine l’arte dei fiori era praticata solamente da nobili e monaci buddhisti, le classi elevate del Giappone; solo molto più tardi si diffuse in tutti i ceti, diventando popolare con il nome di Ikebana.
Il primo stile, piuttosto elaborato, fu il Rikka, che nella composizione comprendeva la presenza di sette elementi: i tre rami principali e i quattro secondari. In seguito fu elaborato uno stile più semplice, il Nageire, al quale seguì il Seika, un Rikka semplificato, meno austero del Nageire. In epoca moderna ogni scuola adottò un proprio stile personale e si cominciarono ad usare anche vasi bassi dal bordo poco elevato, e sassi, rami secchi ed altri materiali naturali.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.