Mar Hernandez, Lisa Sebestikova e le loro strutture di contenimento in mostra
Apre oggi, sino al 31 luglio 2020, alla White Noise Gallery di Roma, la mostra con le opere di Mar Hernandez e Lisa Sebestikova, frutto della ricerca sullo studio dello spazio come calco della memoria. A cura di Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti.

Apre oggi, sino al 31 luglio 2020, alla White Noise Gallery di Roma, la mostra con le opere di Mar Hernandez e Lisa Sebestikova, frutto della ricerca sullo studio dello spazio come calco della memoria. A cura di Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti.
Le opere in mostra
La ricerca di Mar Hernandez e quella di Lisa Sebestikova sono incentrate sullo studio dello spazio come calco della memoria. Il loro lavoro si sviluppa intorno ai concetti di negativo e positivo, di contenitori che diventano contenuto: Mar Hernandez aggiunge tracce in stanze apparentemente vuote e Lisa Sebestikova crea vuoti artificiali dentro ambienti saturi.
La ricerca e i lavori inediti di Mar Hernandez
Mar Hernandez (Madrid, ES, 1984) presenta una serie di lavori inediti. Attraverso un delicato tratto di matita l’artista aggiunge elementi di arredo a fotografie di costruzioni abbandonate. Spesso non esiste alcuna correlazione reale fra questi luoghi e quello che la Hernandez vi ci proietta; le storie che queste opere raccontano sono sempre plausibili e mai reali. Mai come in questo momento l’idea di ambiente domestico come struttura di contenimento è universale e condivisa ed è proprio ora che la ricerca di Mar, dove lo spazio è custode e testimone unico della nostra quotidianità, esplode in tutta la sua forza. Ecco quindi che una vecchia radio, una cornice sbeccata o un calendario su una parete diventano i simboli di un tempo personale sospeso dalle circostanze.
Lisa Sebestikova espone i suoi lavori realizzati dopo la sua prima visita a Roma
Lisa Sebestikova (Enschede, NL, 1988) alla sua prima mostra in Italia, ha concepito i lavori esposti dopo la sua prima visita a Roma. Il risultato è nato dal confronto fra la storia umana ed architettonica della città e la sua pratica artistica basata sull’analisi del paesaggio e dei suoi elementi iconici, poi sulla loro cancellazione. Da questa necessità e dalla fascinazione per la pietra, materia prima su cui è fondata la città di Roma, nascono le opere sculturee presentate nella mostra. Strutture di alluminio sospese contengono dei frammenti di pietra saponaria.
Queste forme fluttuanti sono una reminiscenza delle armature che cingono le parti più fragili dei monumenti e raccontano la storia di ciò che hanno contenuto attraverso la silhouette impressa nei frammenti di roccia. La Sebestikova stravolge queste strutture privandole del loro scopo di trazione e contenimento, trasformandone la natura: l’armatura diventa un corpo molle e ciò che è nato per sostenere diventa a sua volta mobile e fragile. Tutte le sculture sono pensate per essere dinamiche come dei Mobiles di Calder e per non avere una forma definitiva; lasciano aperta la possibilità di essere modificati e ri-assemblati come diari aperti di infinite storie.
Orari, costi e indirizzo
Luogo: White Noise Gallery.
Date e orari: dal 18 giugno al 31 luglio 2020. Da lunedì a venerdì dalle ore 11:00 alle ore 19:00.
Indirizzo: Via della Seggiola, 9, Roma.
Ingresso: libero. Maggiori informazioni sulle modalità di accesso sono disponibili sul sito nella sezione contatti, oppure all’indirizzo info@whitenoisegallery.it.
Curatori: Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.