Psycho compie 60 anni: i segreti del capolavoro di Hitchcock
Il capolavoro di Alfred Hitchcock usciva infatti negli Stati Uniti l’8 settembre del 1960, preceduto da un’uscita limitata il 16 giugno dello stesso anno in un teatro di New York. Il film, che incassò 50 mln di dollari, ne costò appena 80mila. E dire che la Paramount lo considerò troppo “ripugnante”…

Psycho compie 60 anni. Il capolavoro di Alfred Hitchcock usciva infatti negli Stati Uniti l’8 settembre del 1960, preceduto da un’uscita limitata il 16 giugno dello stesso anno in un teatro di New York. Psycho era ispirato al romanzo omonimo del 1959 di Robert Bloch, a sua volta basato sulle vicende reali del serial killer Ed Gein. I protagonisti erano Anthony Perkins, Janet Leigh, Vera Miles, John Gavin e Martin Balsam.
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La Paramount rifiutò di produrre il film perché “ripugnante”
La Paramount, infatti, si rifiutò di dargli il budget necessario perché ritenne il copione troppo ‘ripugnante’ e ‘impossibile per un film’. Hitchcock decise così di finanziarlo egli stesso attraverso una sua casa di produzione e di girarlo in bianco e nero per contenere i costi in un budget al di sotto del milione di dollari. Lo girò senza colori anche per evitare la censura. Il costo finale del film fu di poco più di 800 mila dollari. Ma ne incassò circa 50 milioni di dollari.
Norman Bates, il disumano killer travestito
Marion è la ragazza che dopo aver rubato una grande somma di denaro dal suo ufficio intraprende un viaggio che la destinerà alla morte più violenta del cinema Hitchcockiano. È infatti un desolato hotel il luogo dove si consumerà il suo destino fatale per mano dell’albergatore: Norman espressione in carne della schizofrenia disumanizzante. Alfred Hitchcock, dopo “la donna che visse due volte”, mette in scena, seppur con una diversa interpretazione psicanalitica, lo sdoppiamento della figura femminile. È infatti il complesso edipico a celarsi dietro la malattia omicida di Norman, il quale indossa e si nasconde dietro le vesti della madre morta.
I segreti dell’iconica scena della doccia
Basterebbe citare la realizzazione della scena in cui la protagonista viene assassinata nella doccia per esperimentare tale indirizzo estetico. La scena ultraviolenta, inusuale nel cinema hitckcokiano, offre 45 secondi di delirio omicida attraverso settantadue posizioni della cinepresa. Un lavoro di 7 giorni in cui 78 inquadrature diverse spaccano il montaggio in 52 stacchi. Cosi che l’effetto visivo ottenuto trasforma i tagli del montaggio nei tagli del coltello sferrati sul corpo della vittima. La scena è in aperta contrapposizione con quella dell’omicidio del detective. Realizzata infatti con una sola scena in primo piano con caduta dalle scale verso il basso (ricorda da vicino il procedimento usato per il finale di La donna che visse due volte).
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.