Natura nature, nella mostra di Federica Zianni il bisogno umano di mutarsi
Si aprirà il 29 settembre presso la Galleria Triphè la mostra personale di Federica Zianni, a cura di Maria Laura Perilli. Nella personale “Natura nature” l’artista mette al centro della sua ricerca l’uomo, il suo io e la sua identità in continuo mutare.

Si aprirà il 29 settembre presso la Galleria Triphè la mostra personale di Federica Zianni, a cura di Maria Laura Perilli. Nella personale “Natura nature” l’artista mette al centro della sua ricerca l’uomo, il suo io, la sua identità in continuo mutare.
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Le opere in mostra
In un contesto storico come quello che stiamo vivendo il nostro io dovrà non solo reinventarsi ma anche riscattarsi dinnanzi ad un mondo in pieno cambiamento. Le opere, quindi vogliono in un certo qual modo far prendere coscienza del continuo mutare che la nostra identità deve attraversare nel corso della vita. Il lavoro della Zianni indaga in forma totalizzante l’animo umano e la sua natura. Tutte le opere da lei realizzate contengono un messaggio significativo delle diverse sfaccettature che caratterizzano l’individuo nel suo continuo evolvere.
La natura dell’uomo e il suo bisogno di riscattarsi
“Un viaggio – spiega la curatrice Maria Laura Perilli – che comincia con la prima opera dove l’artista mette in risalto, sulla superfice della lastra delle linee “isoipse” sulle quali l’osservatore deve ricercare le proprie origini e il proprio luogo di provenienza. Uno strumento per riscoprire se stessi scavando dentro di sè; perché è nelle proprie origini che si fonda la grande parte della nostra esistenza al punto da condizionarla. Tra le opere significativa “il melograno”, dalle morbide linee e realizzata in bronzo, un simbolo di “stato di grazia” al quale tanto l’uomo aspira in una ricerca profonda e spesso immortale di perenne serenità.”
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.