The people I like, in mostra duecento ritratti di Giovanni Gastel
Obama e Vasco Rossi, Mara Venier e Bebe Vio, Franca Sozzani e Chiara Ferragni, Roberto Bolle e Tiziano Ferro: sono alcuni dei tanti immortalati da Giovanni Gastel con la sua macchina fotografica. Il MAXXI gli dedica una mostra, The people I like, visitabile sino al 22 novembre

Obama e Vasco Rossi, Mara Venier e Bebe Vio, Franca Sozzani e Monica Bellucci, Jovanotti e Tiziano Ferro: sono alcuni dei tanti volti noti immortalati da Giovanni Gastel, nipote di Luchino Visconti, con la sua macchina fotografica. Il MAXXI gli dedica una mostra, The people I like, visitabile fino al 22 novembre. Duecento ritratti, allestiti dallo studio Lissoni, in un percorso curato da Uberto Frigerio.
Leggi gli altri articoli fotografici di Uozzart.com
Le opere in mostra
Il maestro fotografo si svela nella sua più intima autenticità e consacra il “ritratto” opera artistica d’eccellenza. Al pari della cultura umanistica, Gastel restituisce valore all’uomo e dignità al soggetto autonomo e, attraverso i suoi 200 ritratti in mostra, documenta una parte importante del suo lavoro d’artista in oltre quarant’anni di attività.
Modelle, attrici, artisti, operatori del settore, vip, cantanti. E poi musicisti, politici, giornalisti, designer e cuochi. Tutti fanno parte del caleidoscopio di fotografie esposte senza un ordine preciso. Senza un’appartenenza ad un determinato settore o categoria. Come lo stesso Gastel afferma: «The people I like racconta il mio mondo, le persone che mi hanno trasmesso qualcosa, insegnato, toccato l’anima». E aggiunge: «Fotografare è una necessità e non un lavoro. Rendere eterno un “incontro” tra due anime, mi incanta e mi fa sentire parte di un tutto».
Alcune delle foto della personale
Appassionati di arte, teatro, cinema, architettura, libri, spettacolo e cultura? Segui le nostre pagine Facebook, Twitter e Google News
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.